Vanity Fair Italia 20170208

(Romina) #1

(^60) I VANITY FAIR 08.02.2017
Vanity POETICO
FOTO ALASDAIR McLELLAN
LA FOTO DEL SERVIZIO È DELL’AGENZIA ART PARTNER
E io
BACIO
DIO
VERSO L’OSCAR
Andrew Garfield,
33 anni, in questi giorni
al cinema con Silence
di Martin Scorsese,
è anche protagonista
della Battaglia
di Hacksaw Ridge
di Mel Gibson, che esce
il 2 febbraio e ha
ricevuto 6 nomination
all’Oscar, compresa
quella per il miglior
attore.
Cappotto, Dior Homme.
Maglione, Louis Vuitton.
Jeans, Acne Studios.
Grooming Sonia Lee.
Stylist Alex Harrington.
Produzione Tallulah Bernard
for Rosco Production.
08.02.2017
n una suite dello storico hotel Danieli di Venezia mi attendo-
no per un’intervista Mel Gibson e Andrew Garfield, regista
e protagonista della Battaglia di Hacksaw Ridge. Quando
entro, Mel Gibson è accasciato nella poltrona. Di fianco,
Garfield giace sdraiato in camicia e jeans su un sofà. È sen-
za scarpe, mi avvicino per dargli la mano, me la stringe gentilmente
ma capisco che non ha alcuna intenzione di alzarsi. Gli dico di sta-
re comodo. Mai raccomandazione fu più superflua.
I minuti a disposizione sono pochi, e io dovrei intervistare entram-
bi. Alla seconda domanda, però, Gibson si abbandona definitiva-
mente sullo schienale, e al motto di «I’m so fucking tired» (sono
maledettamente stanco... più o meno) si ritira dalla conversazio-
ne. Il mio unico interlocutore rimane Andrew Garfield, 33 anni di
talento, già «ex» molte cose, tutte importanti. Ex Spider-Man, ex
The Social Network, è anche ex della collega Emma Stone, con la
quale oggi ridefinisce il concetto di «continuare a volersi bene an-
che dopo la fine di una storia», come ha dimostrato alla cerimo-
nia dei Golden Globe, quando lei ha vinto il premio come miglio-
re attrice per La La Land e lui – stavolta sì – è scattato in piedi ad
applaudirla.
Ci eravamo incontrati qualche tempo prima, ma chiedergli di que-
sto rapporto aspettandosi una risposta concreta sarebbe stato va-
no: il Garfield che mi ritrovo davanti sprizza «misticismo» da tut-
ti i pori. Forse è inevitabile, visto che i suoi ultimi personaggi al ci-
nema sono il missionario gesuita di Silence di Martin Scorsese e il
soldato pacifista impregnato di fede della Battaglia di Hacksaw Rid-
ge. Nel film di guerra diretto da Gibson, Andrew è Desmond Doss,
primo obiettore di coscienza insignito della Medal of Honor, la più
alta onorificenza militare statunitense. Desmond combatté la batta-
glia di Okinawa del 1945 senza impugnare mai un’arma, senza ave-
re con sé nemmeno un fucile per difendersi, solo una Bibbia nel ta-
schino. Servì il Paese come soccorritore sul fronte, salvando molte
vite. Partì per la guerra da vigliacco, tornò da eroe.
«Il bello di Desmond è che ha una fede grande, ma rispetta quella
degli altri. È pericoloso pensare che ciò in cui credono gli altri sia
sbagliato», mi dice Garfield dal divano. Un tema spinoso, soprat-
tutto di questi tempi. «A volte la guerra è necessaria, ci si deve di-
fendere, ma i veri soldati sono gentili, non vogliono usare le armi:
lo fanno solo se veramente devono». Proprio come Desmond, an-
che lui rifugge la violenza: «Fare del male è una cosa che proprio
non sopporto. Da piccolo procurai un occhio nero a mio fratello e
ricordo ancora oggi lo schifo che provai».
Succede anche nella Battaglia di Hacksaw Ridge, un film che – di-
ce – gli ha ispirato molte domande. Prima fra tutte: «Come posso
mostrarmi al mondo per ciò che sono realmente? Con tutte le iden-
tità che ci stiamo creando, online e no, diventa sempre più diffici-
le essere se stessi. Io per un po’ ci ho provato a stare su Facebook
e Twitter, ma se persino Steve Jobs vietava ai figli di stare su Inter-
net un motivo ci sarà».
Anche in famiglia, faccio notare, si subiscono pressioni. «È la co-
sa peggiore quando proprio le persone che ci hanno messo al mon-
do non ci apprezzano fino in fondo. Forse è per questo che sono
diventato attore: recitando, posso liberare la parte più controversa
di me, non essere solo il ragazzo buono e bravo che tutti vorrebbe-
ro». Ma lei, Garfield, com’è davvero? «Curioso e innamorato del
mistero, del miracolo della vita. Ha mai letto le poesie del persiano
Rumi? Ecco, io al momento sono così. Uno desideroso di baciare
Dio ogni giorno».
I
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VANITY FAIR I 61
Dopo la parte del gesuita
per Martin Scorsese,
ANDREW GARFIELD
con Mel Gibson va in guerra,
ma da obiettore.
Una vocazione al pacifismo
che ben gli si addice.
Ne sa qualcosa suo fratello
di RAFFAELLA SERINI

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