Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

Non era solo, in questa passione, dato che anche Derain era attivo nel
campo della scultura lignea. A differenza di quelle di Derain, però, le
sculture lignee di Picasso non recavano la benché minima traccia di
decorativismo.
Si trattava, infatti, di figurine-feticcio trasudanti un senso di gravità,
di drammatica minaccia. Queste stesse figurine diventarono
protagoniste dei dipinti da lui eseguiti all’inizio del 1908. È il caso, per
esempio, dell’opera Amicizia, il cui motivo doveva in origine
consistere nella scena di un bagno in un lago silvestre e che fu
sviluppato in una gran quantità di schizzi e in svariate versioni
compositive.
Gli schizzi a guazzo (custoditi a Mosca) realizzati in preparazione del
dipinto dell’Ermitage definiscono i tratti pittorici fondamentali delle
figure: quella femminile, con il drappeggio che ricade sul braccio è
delineata con tonalità ocra chiare; appoggiata alla sua spalla, emerge
una cupa figura maschile. Picasso le dispone in un unico blocco, come
sbozzate a partire da un solo pezzo di legno. Egli vede l’anatomia
umana come una costruzione plastica, e il dipinto come scultura.
«Questi dipinti, mi ha rivelato Picasso», ricorda lo scultore Julio
González, «basta ritagliarli – i colori sono solo indicazioni delle
diverse prospettive, dei piani inclinati da un lato o dall’altro – e poi
assemblarli secondo le indicazioni offerte dal colore, per ritrovarsi in
presenza di una “scultura”. E del dipinto “pitturato “non si sente certo
la mancanza».[66]
Nella versione definitiva dell’Amicizia Picasso si limitò a conferire ai
corpi una maggiore densità, sottolineando ulteriormente la relazione tra
forma e piani, attenuando in una certa misura la tonalità, attribuendo
con ciò allo schema cromatico una maggiore sobrietà e rafforzando il
già poderoso effetto di unità e di movimento coordinato delle figure.
Percependo il dipinto come scultura, Picasso affrontò il tema da
scultore: se il dipinto è sempre illusione, un che di proiettato su uno
schermo, la scultura è sempre una realtà oggettiva, immagine della
scultura presente nel carattere della cosa-oggetto. Benché il titolo
dell’opera (Amicizia) sia francamente convenzionale, possiamo
“leggere” i gesti di sostegno e contatto, delicati e affettuosi; vediamo
l’unità e l’accordo del ritmo e il sonnambulismo che accomuna i
personaggi. Queste qualità introducono un elemento psicologico, quasi
una nota di genere, nell’impersonale immagine presentata sulla tela.

Free download pdf