Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

Certo, non è strano che questi dipinti siano stati considerati, dai loro
primi fruitori russi, come esempi di arte cultuale (se di tipo “diabolico”
o “barbarico”, è questione che ha qui scarsa rilevanza), e non è senza
ragione neppure il fatto che Daix – nella sua esplorazione del cubismo
di Picasso, che resta assai acuta pur muovendo da posizioni
formalistiche – continui a tornare alle idee e alle opere di Claude Lévi-
Strauss sul tema del mito.[68] È innegabile che il proto-cubismo di
Picasso – scaturito com’era non dall’apparenza esterna di eventi e
oggetti, bensì da grandi sentimenti emotivi e istintuali, dagli strati più
profondi della psiche – sia giunto con chiaroveggenza (avrebbe detto
Rimbaud) a un livello sovrapersonale, al limite della coscienza
mitologica arcaica. Sul piano formale, la Driade può essere intesa
come un’interpretazione del tradizionale tema ottocentesco della
bagnante all’aria aperta. In sostanza, però, scavando a fondo nella sua
ricerca di senso, Picasso si sforzò di far trasparire, dietro l’apparenza
bucolica, i saldi legami della donna con il mondo fisico, con particolare
riferimento al suo potere generativo.
L’opera cruciale in cui le questioni formali e quelle pittoriche
trovano espressione sintetica è la tela del 1908 intitolata Tre donne.
Anche questa trae origine dal tema delle bagnanti, su cui l’artista aveva
cominciato a lavorare verso la fine del 1907, probabilmente sotto
l’influenza delle epiche Bagnanti di Cézanne. Picasso concepì una
composizione con bagnanti in un bosco da cui emergono due figure
dell’ “amicizia”, come dai lati di un palcoscenico, da dietro gli alberi
sulla sinistra, e muovono verso le rive di un laghetto o ruscelletto dove
un gruppo di tre bagnanti nude siede su una barca a remi ormeggiata.
L’elemento narrativo che sembra derivare dal motivo dell’amicizia e
dalla barca sul laghetto silvestre, così come dalla concezione generale,
serve ancora una volta da trampolino per l’immaginazione e ci conduce
non verso una storia, bensì in una dimensione mitica anonima e
atemporale.

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