Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

fiamma quale metafora della pittura («un’arte sorprendente la cui luce è
senza limiti») e la versione ritmica di Tre donne. Questa versione può
essere intesa come metafora del fiammeggiante vortice che
crudelmente trasforma i corpi delle tre donne a propria immagine; in
questo senso, l’opera è dotata di una magica unità e possiede la
suprema persuasività di un’opera d’arte.
Si notino, a questo proposito, il calore del rosso terracotta che
caratterizza le figure in tutti gli studi relativi a quest’opera e che
attinge, in alcuni casi, all’intensità della fiamma; la triplice unità delle
forme simili a frecce impetuosamente protese verso il cielo; il
tormentato languore delle pose. Come nel saggio di Apollinaire,
vengono qui evocati la fiamma tripartita e un giglio araldico, simbolo
di purezza.
Picasso, con tutta probabilità, conosceva gli scritti e le poesie
dell’amico. Al Bateau-Lavoir, Apollinaire deve aver visto l’immensa
tela raffigurante questi tre colossi nudi, di un rosso fiammante,
chiaramente oppressi dal mistero della loro esistenza. Per tutto il 1908,
grazie a questa rinnovata intesa, Picasso e Apollinaire si vedono
rispecchiati l’uno nell’opera dell’altro. Di nuovo, come ai tempi del
Periodo Circense, i loro temi e i loro metodi presentano elementi
comuni: mirano entrambi a interiorizzare qualsiasi raffigurazione e a
produrre l’immagine per mezzo di associazioni soggettive stratificate,
con un gioco di metafore, e sono entrambi liberi da pastoie espressive
esoteriche. E quando le Tre donne passano dalla fase dello schizzo
ritmico, e le tonalità smeraldo delle Bagnanti nel bosco ricompaiono,
quando questi fiammeggianti corpi rossi assumono la loro forma
individuale, e la loro natura barbarica e primeva si impone, ecco che si
manifesta un ulteriore parallelo con l’Apollinaire del 1908, con il suo
Enchanteur pourrissant di imminente pubblicazione.
Anche in questo testo si incontra il motivo del bosco buio e tetro con
i suoi misteri assopiti, che ruotano tutti intorno all’idea di realizzare le
differenti nature dell’uomo e della donna. Quest’opera è, anzi,
presentata sotto forma di mito, «le cui radici», come scrive l’autore, «si
diramano fino alle profondità celtiche delle nostre tradizioni».[72]
Tre donne è una di quelle composizioni che non si prestano
facilmente a un’interpretazione verbale diretta: nel cuore di
quest’immagine si annida un segreto che irradia di tensione la vita
emotiva e intellettuale dell’osservatore. Nella più tarda serie delle 347

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