Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

crea rivela tratti di irrealtà e relatività tipici delle icone bizantine,
accanto a elementi delle ascetiche nature morte di Zurbarán.
Nella natura morta di Picasso, però, totalmente esente da qualsiasi
simbolismo e metafisica, il riflesso dell’orlo del vaso nel bicchiere
introduce all’istante un fattore magico in un mondo ordinario e
inanimato, trasformato da un artista il cui occhio dimostra la capacità di
sorprendersi e di rinvenire nella realtà stessa una nuova sintassi
formale. Nell’estate del 1909 Picasso si dedicò dapprima al genere
della natura morta, per via del suo stato d’animo depresso, alla ricerca
di appigli nel mondo delle realtà più semplici. In seguito,
approfondendo analiticamente e creativamente la complessa questione
di come la pittura possa rappresentare realtà oggettive, aprì la via a una
modalità di rappresentazione plastica assolutamente innovativa
chiamata cubismo. Non è un caso che la natura morta come genere, con
il suo spazio concreto che – come disse Georges Braque – si può quasi
toccare,[77] sia diventata il soggetto preferito della pittura cubista.
Nessun altro genere, infatti, poteva portare a un’indagine analitica
così accurata sui principi strutturali delle forme solide in un ensemble
spaziale, sulla ritmica e controllata disciplina di una superficie
rettangolare. Per Picasso fu normale e logico passare dalla forma della
scultura tridimensionale ai valori tangibili e oggettivi delle
composizioni di natura morta. Questo passaggio, però, presuppone a
sua volta uno slittamento dell’attenzione dell’artista dai problemi legati
alla scultura a quelli relativi all’espressività pittorica.
La mancanza di date precise, che rende impossibile il compito di
determinare con certezza la cronologia del proto-cubismo picassiano, è
forse particolarmente sentita proprio in relazione al periodo compreso
tra il soggiorno a La Rue-des-Bois nell’agosto 1908 e la partenza per
Horta de Ebro alla fine della primavera 1909.[78] Se si considera come
insieme tutta la produzione riconducibile a questo periodo – tutto
quello, cioè, che è stato creato nell’imminenza del cubismo – si nota
che i pensieri di Picasso fluiscono in molte direzioni diverse, che in
alcuni casi introducono e sintetizzano nuove tendenze, mentre altre
volte scompaiono temporaneamente come fiumi carsici.
Occorrono, a questo punto, una teoria dell’evoluzione in base alla
quale organizzare il materiale e, soprattutto, un’analisi dell’impulso che
innesca questo passaggio. Potendo contare su una conoscenza a
posteriori di quello che potremmo chiamare il fine ideale di questo

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