Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

possibilità precedentemente sconosciute. In questo senso, il Nudo
dell’Ermitage guarda al futuro e si erge, come avrebbe notato Zervos,
quale scaturigine dell’elemento poetico in tutte le successive opere di
Picasso. Fatto di contraddizioni formali – raffigurazione frontale e di
profilo del torso, le due metà sinistra e destra, le masse illuminate
controbilanciate da un chiaro contorno lineare del corpo – questo nudo
mostra deliberatamente qualche tratto dell’instabile stile manierista.
Nella sua eterodossa anatomia, con le sue articolazioni da insetto, le
proporzioni allungate e le membra assottigliate, pare una voluta
allusione alle spigolose figure di Venere realizzate da Cranach, alla
sofisticata eleganza delle raffigurazioni di Diana tramandate dalla
Scuola di Fontainebleau o, ancora, alle voluttuose curve delle
Odalische di Ingres. A chi lo criticava per la bruttezza delle figure
femminili da lui dipinte, Matisse rispondeva dicendo che lui aveva
creato dipinti, non donne. Picasso, invece, nei suoi dipinti crea delle
donne. In questo caso, costruisce sobriamente una figura femminile
dotata di forme giovanili, di movenze aggraziate eppure spigolose, e dà
vita a questa sua creatura per mezzo di movimenti energici, di una
perlacea e fredda luce sulla sinistra, che investe la schiena del nudo e
che si armonizza alla perfezione con le tonalità ocra del corpo.
Picasso crea una natura maschile tutta diversa nel guazzo intitolato
Uomo a braccia conserte, pur adottando la stessa maniera pittorica
dell’inverno 1908-1909. Questa mezza figura per certi versi goffa, ma
solidamente assemblata, ci parla, più che degli obiettivi formali astratti
dell’artista, del suo desiderio di ottenere un carattere di per sé
espressivo, di rivelarne l’essenza attraverso la concretezza fisica: la
testa sproporzionata con la fronte sporgente, il collo poderoso, le
braccia conserte, che gli fanno ingobbire le spalle e sottolineano, così,
l’atletico e monolitico torso. Eppure, anche qui, agli albori di una
nuova fase di sviluppo della sua concezione formale, la polarizzazione
semantica del mondo pittorico picassiano del 1908 e i significati
elementari della sua mitologia personale rimangono inalterati.
A quei tempi, naturalmente, Picasso non sapeva di essere sul punto di
entrare nel nuovo periodo cubista. «Per renderci conto di aver
inaugurato il cubismo avremmo dovuto sapere che cos’era. E invece
nessuno sapeva che cosa fosse.»[86] Sperimentando la sua arte
dall’interno, in quanto centro e fonte di questa arte, Picasso aveva della
propria opera una comprensione più completa e meno vaga di quanto

Free download pdf