Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

non accadesse agli studiosi che in quello stesso periodo se ne
occupavano. «Il fine che mi proponevo con il cubismo?
Dipingere, e basta. E dipingere cercando una nuova espressione,
spogliata dell’inutile realismo, con un metodo legato soltanto al mio
pensiero... senza trasformarmi in schiavo della realtà oggettiva.»[87]
L’artista parlava della ricerca di una nuova espressione perché questa
era la sua aspirazione professionale: trovare mezzi di espressione
adeguati, un linguaggio adeguato agli impulsi presenti nel suo pensiero.
D’altra parte, ebbe anche a dichiarare: «Nei primi tempi del cubismo
facevamo esperimenti [...] Più che realizzare dipinti, ci interessava
scoprire di continuo cose nuove».[88]
Oggi, invece, l’aspetto formale del cubismo è stato studiato con
sufficiente profondità e attenzione, e noi possiamo guardare all’opera
picassiana del tempo non solo dal punto di vista dello sviluppo
personale dell’artista, bensì anche con occhio più preparato e sensibile
al valore contenutistico. La quasi totalità delle opere eseguite tra
l’inverno 1908 e la primavera 1909 ha, infatti, un suo preciso
contenuto, che si lega allo sviluppo di qualche tema o, come nel caso
delle nature morte, colloca l’oggetto-motivo in un’atmosfera che
sembra vibrare per effetto di una violenta corrente.
La natura morta Pane e fruttiera su un tavolo, per esempio, risalente
al periodo citato, è una variazione sul tema del cosiddetto “Carnevale al
bistrot”, sviluppato in un certo numero di schizzi. In un’altra natura
morta l’artista, quasi volesse celebrare Cézanne, raffigura una pera, un
limone e il cappello di Cézanne tra le rigogliose pieghe di un tessuto
drappeggiato dal lussureggiante, ma non eccessivo, motivo a fogliame,
secondo lo stile del maestro di Aix (si veda Natura morta con
cappello). Le nature morte di questo periodo si rivolgono, nello stesso
tempo, al senso di realtà, al senso artistico e all’immaginazione
dell’osservatore. Pur consistendo di oggetti reali addirittura ordinari
(frutta, di solito, e stoviglie), esse appaiono organizzate secondo
un’architettura, conservando d’altra parte una certa espressione
energica – una qualità epica, drammatica, intima – che in genere è più
tipica dei paesaggi.

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