Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

particolarmente facile. A causa di difficoltà finanziarie fu costretta a
trasferirsi a La Coruña, dove al padre di Pablo avevano offerto
l’incarico di insegnante di disegno e pittura presso una scuola
secondaria.
Da un lato, Malaga, con la sua natura dolce e voluttuosa, “la fulgida
stella nel cielo dell’Andalusia mauritana, Oriente senza veleno,
Occidente senza attività” (García Lorca); dall’altro, La Coruña, vertice
settentrionale della Penisola Iberica con il suo tempestoso Oceano
Atlantico, le sue piogge e le sue nebbie dilaganti. Queste due città
rappresentano i poli non solo geografici, bensì anche psicologici, della
Spagna. Per Picasso furono due fasi della vita: Malaga, la culla; La
Coruña, il porto di partenza. Nel 1891 (Pablo aveva dieci anni), quando
la famiglia Ruiz Picasso si trasferì a La Coruña, in città regnava ancora
un’atmosfera per certi versi rurale: dal punto di vista artistico,
l’ambiente era assai più provinciale rispetto a Malaga, che vantava
invece una sua cerchia di artisti cui il padre di Picasso apparteneva a
pieno titolo. A La Coruña, però, c’era una scuola di Belle Arti, dove il
giovane Pablo Ruiz comincia i suoi studi sistematici nel campo del
disegno e completa a una velocità prodigiosa (all’età di tredici anni) i
corsi di Gesso e Disegno dal vero. Ciò che più colpisce nelle sue opere
di questo periodo non sono tanto la precisione fenomenica e
l’accuratezza dell’esecuzione (requisiti obbligatori negli esercizi
scolastici sui modelli) quanto l’elemento personale introdotto dal
giovane artista in queste materie per il resto sinceramente noioso: un
trattamento della luce e delle ombre che trasforma i torsi, le mani, i
piedi di gesso in immagini vive di perfezione fisica, traboccanti di
poetico mistero. E non si limitava certo agli esercizi di disegno in
classe: disegnava anche a casa, di continuo, sfruttando ogni soggetto
che gli capitava a tiro: ritratti di famiglia, scene di genere, soggetti
romantici, animali. In sintonia con i tempi, “pubblicò “i suoi giornali –
“La Coruña” e “Azul y Blanco” (Blu e bianco) – scrivendoli a mano e
illustrandoli con vignette.

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