Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

realtà del dipinto che compete con la realtà della natura. Abbiamo
cercato di sbarazzarci del trompe-l’oeil per puntare al trompe-l’esprit».
[106] Neppure un solo elemento di quelli che compongono i papiers
collés sono intesi in senso letterale: si tratta sempre di allegorie e
metafore.
Nella composizione Fruttiera con grappolo d’uva e pera affettata il
pezzo di carta incollato in verticale al centro rappresenta la massa e il
colore della fruttiera di porcellana, definita dai suoi contorni grafici,
mentre il ritaglio di carta marmorizzata grigia incollato più in basso
mostra che la fruttiera, con l’uva, la pera e il biglietto da visita di
Picasso sono posati sulla mensola di un camino dal bordo sagomato. Se
la levigata consistenza della frutta e della mensola lavorata a stucco è
presentata in forma di negativo per mezzo di una vellutata testura di
segatura polverizzata, il carattere traslucido dello spazio e la sua ariosa
pienezza illuminata dal sole si esprimono in modo quasi
impressionistico mediante una fiabesca interazione di luce e piani
geometrici compenetrantisi, composti di minuscole particelle di colori
brillanti e gioiosi. Pur non imitando l’ambiente circostante, l’artista
trasmette con estrema persuasività l’atmosfera di una stanza
accogliente e soleggiata.
I sentimenti che animano Taverna (Il prosciutto) sono alquanto
diversi. Questa natura morta sembra l’insegna di una taverna di
provincia. La forma ovale libera l’artista da preoccupazioni quali l’alto
e il basso o la necessità di riempire gli angoli e organizza, perciò, la
natura morta con la più strabiliante facilità, come un tavolo di ristorante
riccamente, ma caoticamente, imbandito.
Un succulento prosciutto rosa occupa il centro; sulla destra, una
bottiglia di birra, mentre a sinistra c’è un bicchiere attraverso il quale si
possono leggere i nomi dei piatti del giorno scritti su una lavagna; in
primo piano, un limone, un coltello e una forchetta, disposti su un
tovagliolo stropicciato; c’è anche un menù e, a caratteri blu, sulla
vetrina, compare una parte della scritta “Restaurant”. È tutto
estremamente esplicito e anche tangibile. Il motivo viene avvicinato il
più possibile all’osservatore e sembra, addirittura, traboccare dalla
superficie del dipinto, accentuando l’effetto realistico del prosciutto e
del limone, del tovagliolo e del tavolo di legno, del coltello affilato e
della pesante forchetta. Diversamente dalla vera segatura fisicamente
tangibile, la bottiglia e il bicchiere, resi in modo schematico, privati di

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