Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

qualsiasi realtà loro propria, paiono fantasmi trasparenti; e tali
appaiono, in effetti, quando sono vuoti.
Pur evocando la carnale abbondanza dei maestri fiamminghi, la
Taverna di Picasso, in realtà, ne è l’opposto, perché ci invita a lasciarci
alle spalle le forme ordinarie della visione artistica che frena la nostra
libertà di percezione e ci impedisce di partecipare al banchetto dello
spirito. Eseguiti nella primavera del 1914, Taverna, Fruttiera con
grappolo d’uva e pera affettata e un altro papier collé, intitolato
Bicchiere e pera affettata su un tavolo, furono gli ultimi acquisti
effettuati da Sergej Shchukin (1854-1937), ricco industriale moscovita
che aveva messo insieme una ricchissima collezione di arte moderna.
I Picasso di Shchukin arrivarono a Mosca proprio alla vigilia della
prima guerra mondiale. Importantissimo collezionista di opere d’arte,
spirito libero e dotato di acutissima sensibilità, Shchukin confessava di
non riuscire sempre a comprendere l’arte straordinariamente innovativa
del giovane spagnolo. Eppure, in compagnia di pochi altri, a
quell’epoca, intravide e sostenne con forza la fondamentale ispirazione
dell’artista.


Cavallino, 1924 (?). Inchiostro di china su carta,
21 x 27,2 cm, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.
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