Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

Nel pieno della furibonda controversia suscitata dalla rivoluzionaria
arte di Picasso, il mecenate moscovita manifestò la propria
considerazione nei suoi confronti procurandosi cinquanta opere
dell’artista. D’altro canto, se mai avesse dovuto esprimere un personale
parere critico, non si sarebbe discostato dal giudizio pronunciato da un
inglese: «Francamente, non pretendo certo di poter comprendere o
apprezzare Picasso. Provo per lui un timore reverenziale. Non faccio
come certi altri critici che lo trattano come un pazzo.
La sua opera non è una blague. Di questo sono sicuro; e chiunque
abbia avuto modo di parlare con lui condividerà senz’altro questa mia
convinzione [...] Picasso ha fatto tutto. Ha dipinto delicati acquerelli di
ineffabile rarefazione e fascino. Ha eseguito disegni con una linea
magica che lascia attoniti per la sua pura e limpida bellezza... e tuttavia
si è spinto verso lidi che nessuno ha ancora spiegato e nessuno, per
quel che ne so io, ha ancora compreso. Lui, intanto, dichiara: “Andrò
diritto al mio scopo”.
E io, che sono convinto della genialità di quest’uomo e so quel che
ha fatto in passato, mi faccio da parte, troppo consapevole per
condannarlo, troppo poco per elogiarlo, perché l’elogio richiede
comprensione se non vuole essere mera ciancia [...]. Ho la sensazione
che Picasso sia ancora più grande dei più grandi maestri, perché sta
cercando di spingersi oltre».[107] La casa-galleria di Shchukin, aperta
ai visitatori, diventò praticamente il primo museo d’arte moderna al
mondo, già prima del primo conflitto mondiale.
Solo tre dipinti – ma si tratta di veri capolavori – provengono dalla
collezione di un altro rilevante mecenate moscovita, Ivan Morozov
(1871-1921): Arlecchino e la compagna, Acrobata sulla palla e
Ritratto di Ambroise Vollard. Mentre nella galleria di Morozov le
opere scelte di Picasso occupano solo una parte, sia pur speciale, dello
spazio espositivo nel contesto di un’an-tologia dell’arte moderna
francese suddivisa secondo criteri cronologici e stilistici, lo spazio
dedicato a Picasso nella collezione Shchukin sem-bra indicare le
inclinazioni personali del proprietario.
«L’intera raccolta», scrisse B.N. Ternovets, che conosceva bene la
galleria Shchukin originaria, «fa pensare alle onde pietrificate delle
passioni del collezionista per l’arte di Monet, Gauguin, Matisse,

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