Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1
Pierrot e ballerina, 1900. Olio su tela, 38 x 46 cm, collezione privata.

Non sorprende, perciò, che proprio a Barcellona, città attratta
dall’Europa contemporanea, e non in altri luoghi della patriarcale e
letargica Spagna, faccia la sua comparsa il modernismo. La versione
catalana delle cosmopolitiche tendenze artistiche fin-de-siècle
combinava un ampio spettro di influenze ideologiche ed estetiche, dal
simbolismo scandinavo al preraffaellismo, da Wagner a Nietzsche, fino
all’impressionismo francese e allo stile dei giornali popolari parigini.
Picasso, non ancora diciottenne, era al culmine delle sue tendenze
ribelli: ripudiò l’anemica estetica dell’Accademia come anche la
pedestre prosa realistica e si unì, com’è naturale, a quelli che si
definivano modernisti, ossia agli artisti e scrittori anticonformisti che
Sabartés chiamò “l’élite del pensiero catalano” e che si ritrovavano al
caffè Els Quatre Gats. Molto si è parlato dell’influenza del
modernismo barcellonese sull’opera picassiana al volgere del secolo.
A questo riguardo, Cirlot osserva: «Ai critici torna utilissimo poter
parlare di “influenze”, perché ciò consente loro di spiegare ciò che non

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