Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

[26] ma lo spettro delle tematiche parigine si era ormai ampliato, e la
sua tecnica era decisamente più avant-garde. Picasso dipingeva non
soltanto le star del caffè-concerto e le cortigiane del démi-monde, bensì
anche scene di vita cittadina: donne che vendono fiori, coppie agiate a
passeggio, il pubblico delle corse ippiche, interni di caffè dozzinali,
bambini vestiti di tutto punto a spasso per i Jardins de Luxembourg,
passeggeri di omnibus a due piani che veleggiano sovrastando la Senna
e il mare delle piazze parigine.
Utilizzò la libertà impressionistica dei tratti sinuosi, la precisione
giapponese delle composizioni di Degas e dei manifesti di Toulouse-
Lautrec, l’accentuata, esaltata vivacità cromatica di Van Gogh,
preannunciante l’avvento del fauvismo, che si sarebbe compiuto
appieno solo nel 1905. Il cosiddetto “pre-fauvismo”picassiano della
primavera del 1901, però, è ancora una volta interamente estetico, non
di natura soggettiva o psicologica. Come avrebbe giustamente notato
Zervos, «Picasso fece molta attenzione a non scadere nelle eccentricità
di Vlaminck, che usava vermigli e cobalti per dar fuoco all’École des
Beaux-Arts. Picasso impiegò colori puri solo per soddisfare la propria
tendenza naturale a spingersi ogni volta fino al massimo consentito
dalla sua tensione nervosa».[27]

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