Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

in cui Picasso, come osserva Daix, ambiva ad attingere la fusione di
forma e idea, ma i suoi esperimenti non furono compresi dalla cerchia
dei suoi più intimi amici di Barcellona.
Di questo, Picasso si lamenta in una lettera (già menzionata in
riferimento alle Due sorelle) inviata a Max Jacob, a Parigi, osservando
con ironia che i suoi amici – artisti locali – trovano, nella sua opera,
troppa anima e nessuna forma.
Il fatto che Picasso si rivolga in cerca di comprensione al suo primo
amico di Parigi, che tra l’altro è poeta (si conobbero alla mostra da
Vollard nel 1901 e si intesero subito molto a fondo), spiega almeno in
parte il suo ritorno, nell’ottobre 1902, a Parigi, dove visse in povertà
con Max Jacob. Dopo aver sofferto il freddo per tre mesi, lasciò la
capitale francese nel gennaio 1903. «Un periodo di freddo terribile, di
privazioni e di disgusto. Soprattutto disgusto», riferisce Sabartés. «È
questo che ricorda con la più grande ripugnanza: non per via della
durezza e delle privazioni materiali, bensì per via delle umiliazioni
inflittegli da certi amici catalani che vivevano a Parigi in condizioni
migliori delle sue.»[40] Tuttavia, anche questo soggiorno a Parigi,
come i precedenti, introdusse elementi nuovi nell’arte di Picasso.
In netto contrasto con le terribili condizioni di vita, nel corso
dell’inverno 1902-03, l’immaginario dell’artista viveva nel regno della
«pura e semplice umanità» (Daix: «d’une humanité pure et simple»), in
un mondo di pastori e pescatori che conducono una vita dura e frugale,
ma che riflettono un eroico stoicismo. Questo mondo maestoso di
filosofica chiarezza, di placida saggezza, di emozioni semplici e
potenti, di onnicomprensiva spiritualità della natura sembra
riecheggiare la musica di un mito antico, nato dagli ideali di un Puvis
de Chavannes, di un Gauguin o di un Alfred de Vigny, ma anche dalle
memorie personali di Horta de Ebro risalenti a soli quattro anni
prima[41] (si vedano La venditrice di vischio e Testa di picador).
Non avendo i mezzi, a Parigi, per dipingere a olio, Picasso eseguì dei
disegni (si veda Uomo a braccia levate), e quando a Barcellona tornò a
dedicarsi alla pittura la sua nuova esperienza grafica si manifestò
nell’accresciuta attenzione riservata ai problemi dello spazio,
dell’anatomia umana, dei tratti reali delle sue figure, la cui gamma
appare assai più ampia rispetto al 1902. Nelle opere più significative
della prima metà del 1903 – Poveri sulla spiaggia (La tragedia), La
Vie e l’Abbraccio – Picasso sviluppò i temi universali (tipici del

Free download pdf