Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

da un’orfanella, un’immagine che è al contempo profondamente
toccante e altrettanto simbolica. Nel Vecchio ebreo con ragazzo,
l’artista interpreta il mito umanitarista del XIX secolo, ma lo fa con una
biblica sfiducia nel destino umano. Il dipinto ci mostra in che modo la
crisi estetica vissuta da Picasso nel Periodo Blu si sarebbe risolta.
Qui, infatti, lo sforzo in direzione di un’espressività estrema – che
aveva reso necessario il tangibile intreccio di forme plastiche flessuose,
i complessi ritmi di linee, i mimetici contrasti dei tipi e, infine, il colore
di un blu cinereo intenso –, questa manieristica esaltazione della forma
sono ora basi sulla forza penetrante di una relazione. In questo senso il
tema della cecità in Vecchio ebreo con ragazzo aveva un’importanza
particolare per Picasso, come Penrose ha acutamente compreso. «Nel
considerare l’atto della percezione, Picasso è sempre rimasto sbalordito
dalla discrepanza tra la visione di un oggetto e la sua conoscenza. La
sua apparenza superficiale è per lui assurdamente inadeguata. Vedere
non basta, né è sufficiente l’aiuto che possono dare gli altri sensi. Ci
sono altre facoltà della mente che vanno chiamate in gioco se si vuole
che la percezione porti alla comprensione. È, per certi versi, nel punto
di congiunzione tra la percezione sensoriale e la più profonda religione
della mente che si colloca un metaforico occhio interiore capace di
vedere e percepire emotivamente.
Con questo occhio dell’immaginazione è possibile vedere,
comprendere e amare anche senza vedere in senso fisico, e questa
visione interiore può risultare ancora più intensa quando le finestre
affacciate sul mondo esterno sono chiuse.» Penrose prosegue citando le
misteriose parole pronunciate da Picasso negli anni Trenta: «Anzi,
soltanto l’amore ha importanza, qualunque cosa sia. E bisognerebbe
cavare gli occhi ai pittori come si fa con i cardellini per farli cantare
meglio».[44]
Con queste parole Picasso alludeva forse al suo Minotauro cieco
condotto da una piccola bambina indifesa, tarda eco del suo Vecchio
cieco con orfanella del 1903, uniti dalla spiritualità dell’amore. Nel
1904 il Periodo Blu, con il suo carattere pessimistico e ripiegato su se
stesso e con il suo furioso desiderio di un assoluto estetico, giunse al
suo culmine. A questa crisi giovanile doveva subentrare una nuova fase
nel processo di sviluppo individuale: la fase della costruzione di sé.
Non è un caso, perciò, che Picasso, sensibile ora alle condizioni
esterne, progetti un nuovo viaggio a Parigi, per respirare un’aria

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