Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

maiorchino, si propone quasi fosse il prototipo di una delle antiche
figurine di terracotta dell’antica Tanagra. Possiede le aggraziate
proporzioni, la maestosa dignità e il fascino astratto di un ideale
proveniente dall’antichità classica. Nelle sue linee e nella ricercatezza
tonale troppo raffinate, però, non possiamo fare a meno di percepire la
preoccupazione concreta e puramente plastica per la forma che avrebbe
avvinto Picasso nel suo progressivo approfondimento delle radici
mediterranee della sua natura artistica.
Lungo una parallela linea di sviluppo, le ieratiche e misteriose figure
dell’autunno 1905 (tra queste la Ragazza di Maiorca) sarebbero
scomparse, e la persistente attenzione per le fonti condusse Picasso
verso il tema della nudità primigenia e della giovinezza. Nell’inverno
1905-06 questi temi si sarebbero fusi in una nuova grande
composizione con cinque ragazzi nudi e i loro cavalli su una desertica
costiera mediterranea. In luogo di questa composizione a più figure,
abbandonata allo stadio di schizzo e generalmente nota come Cavalli al
bagno, Picasso portò a termine solo la tela (forse pensata, in origine,
come parte di quell’opera più ampia) Ragazzo che conduce un cavallo
(Z. 1.264), preceduta da un gran numero di schizzi. Uno di questi, il
Giovane nudo dell’Ermitage, ha l’aria di uno studio accademico
indipendente, benché basato sul modello solo immaginato di un
adolescente ideale. Vediamo qui un giovane alle soglie dell’età adulta,
il cui corpo trabocca di sensualità, anche se la sua energia spirituale è
ancora assopita; e così, immerso com’è nel processo dello sviluppo
fisico, rimane in uno stato di ennui e di inerzia. Picasso voleva una
figura statuaria, solida e pesante, in contrasto – evidentemente – con la
posa rilassata e sciolta, il baricentro spostato e la tonalità chiara che
sfuma la nettezza della forma. L’artista appesantisce, qui, le
proporzioni e indurisce la lieve silhouette con un contorno chiaro e
sinuoso, applicando una tangibile e densa stesura di guazzo bianco. Ma
se il corpo nudo del giovane ricorda un caldo e rosato marmo greco –
così come il suo nitore plastico evoca l’antico ideale di armonia – la
sua robusta figura con le mani e i piedi grandi fa pensare – più che a un
qualsiasi ideale classico di bellezza – a un giovane contadino
discendente di quell’antica stirpe mediterranea che Picasso avrebbe
incontrato nell’estate del 1906 a Gosol, nei Pirenei spagnoli.

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