Anatoli Podoksik – Pablo Picasso 1881-1973. Ediz. illustrata

(Bozica Vekic) #1

Spagna lo vidi così diverso da com’era», avrebbe ricordato Fernande
Olivier un quarto di secolo più tardi, «così diverso dal Picasso di
Parigi, gioioso, meno selvatico, più brillante, animato, tranquillo e
controllato nei suoi interessi, finalmente a suo agio. Sembrava
circondato da un’aura di felicità che contrastava con il suo carattere e il
suo atteggiamento consueti.»[51]
Qui, tra l’ocra dei paesaggi montani, per vasti tratti completamente
brulli (stranamente prefigurati nell’Acrobata sulla palla, nella
Famiglia di saltimbanchi e in Cavalli al bagno), sullo sfondo di zone
di natura più o meno incontaminata, si fa più netto l’apprezzamento
della forma semplice, armoniosa, costruita in modo ragionevole, che si
tratti di figura umana o di manufatto. Proseguendo su questa strada e
immergendosi sempre più a fondo nel tema della nudità giovanile,
Picasso trova la sua fonte di ispirazione non tanto nel tipo efebico,
quanto nell’architettura di forme plastiche semplificate, che possono
essere, indifferentemente, quelle di un giovane, di un ragazzo, di una
donna, di un ritratto o di un utensile d’argilla.
Ognuna di queste idee plastiche vive una sua vita di immagine,
affascinante nella sua spontaneità. Lo stesso dicasi per la tutt’altro che
pretenziosa Natura morta con porrón (brocca di vetro), con i suoi
quattro comuni oggetti del mondo contadino, due di vetro e due di
argilla. Il semplice motivo di questo gruppo di oggetti, raffigurati
frontalmente nello stile di Zurbarán, si anima grazie alla dinamica
interazione che al suo interno si verifica tra contrasti e somiglianze:
materiali e plastici, ritmici e tonali.
Eppure, allo stesso tempo, nei contrasti tra le singole forme
dell’elegante caraffa e del porrón triangolare, della tozza casseruola
con coperchio e del vaso di terracotta, si percepisce il velato umorismo
di un artista che gioca al trasformista, come era tipico della sua
fantasia. Pertanto, un’oggettiva raffigurazione di oggetti inanimati si
trasforma in una scena di genere in cui una normalissima tavola diventa
il palcoscenico di un incontro tra due coppie, una di vetro, l’altra di
terracotta. Come risulta evidente dalla Natura morta con porrón, le
opere di Gosol riflettono l’inconscio, ma logico, lievitare di due
tendenze fondamentali nello sviluppo della concezione formale
dell’artista: il risalto dato all’originaria semplicità espressiva dei
volumi e la sempre più complessa struttura compositiva dell’insieme.

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