Bell_39_Italia_-_Maggio_2016

(Maria Cristina Aguiar) #1

vero la Cappella Sistina dell’Alto Me-
dioevo». Appena entrati ci si perde in un
labirinto di volti e figure, Madonne e santi,
scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
Immagini che affollano il presbiterio, le
cappelle e la navata sinistra, affiorano su
colonne, pilastri, recinto del coro: 250 me-
tri quadrati di pitture, un saggio parzia-
le ma molto evocativo di quel manto
dipinto che doveva ricoprire le pareti
fino all’ultimo centimetro disponibile.
Un vero manifesto della cultura greco-bi-
zantina, per lo stile pittorico, l’iconografia,
la lingua delle iscrizioni, tutte in greco. E
un diluvio di immagini sacre proprio men-
tre, a Oriente, l’iconoclastia ne propugna-
va la distruzione. «Siamo di fronte a un’ico-


nofilia rara, un percorso iconico che
attraversa tutta la chiesa», spiega Maria
Andaloro. «E per la mostra abbiamo volu-
to riportare qui, a dialogare con questo
percorso, la venerata imago antiqua della
Vergine, trasferita in Santa Maria Nova
dopo l’abbandono della basilica».

UNA PARETE DA LEGGERE
STRATO DOPO STRATO
La stratificazione pittorica è evidente nel-
la “parete palinsesto” a destra dell’abside,
dove la caduta di porzioni di intonaco per-
mette di riconoscere quattro diversi inter-
venti. «Maria Regina sul trono incrostato
di gemme, degli inizi del VI secolo, convi-
ve con l’Annunciazione d e l c o s i d d e t t o “ a n-
gelo bello”, dell’epoca della fondazione, e
con i Padri della Chiesa della metà del VII
secolo», spiega Giulia Bordi. «L’ultimo stra-
to risale a Giovanni VII, il papa che ripla-
smò tutto l’interno con una massiccia
campagna decorativa». Un’installazione
luminosa evidenzia le diverse parti del
dipinto, facilitandone la lettura.
Ma anche gli altri ambienti sono arricchiti
da suggestive proiezioni che integrano
virtualmente le pitture mancanti e ne
spiegano origine e significati. Come la cap-

pella commissionata dal primicerio Teo-
doto, alto funzionario della corte papale,
che si fa rappresentare insieme ai familia-
ri e nell’atto di offrire a Maria Regina il
modellino della chiesa; e ci sono anche
papa Zaccaria e i santi orientali Quirico e
Giulitta. Nella cappella dei Santi Medici le
proiezioni raccontano la storia dei santi
anargyroi, i quali offrivano guarigioni sen-
za chiedere denaro in cambio.
In occasione della mostra, Santa Maria
Antiqua ospita una scelta di preziosi
reperti attinenti alla sua storia: come
una serie di teste di regnanti del VI secolo
e quattro dei magnifici mosaici che orna-
vano il perduto oratorio funebre di Gio-
vanni VII, nell’antica basilica di San Pietro.
E lungo la Rampa di Domiziano, riaperta
al pubblico, ecco i raffinati frammenti di
opus sectile che appartengono alla decora-
zione originaria del IV secolo: ritrovati
solo di recente, hanno permesso di ricom-
porre, tra l’altro, una bellissima testina
maschile. L’ultima, preziosa sorpresa di
un monumento sorprendente.

a pagina 106

In questa foto: la cappella
di Teodoto, decorata
durante il pontificato
di Zaccaria (741-752).
Il committente, un alto
funzionario della corte
papale, è effigiato nell’atto
di offrire alla Vergine
il modello della chiesa.
Sotto: le proiezioni nella
cappella dei Santi Medici.

104 Bell’Italia

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