Bell_39_Italia_-_Maggio_2016

(Maria Cristina Aguiar) #1
Sopra: vista della costa
dal monte Biancu, sopra
Aglientu; si riconoscono
la spiaggia di Rena Majori,
Capo Testa e le scogliere
di Bonifacio, in Corsica.
A sinistra: surfisti a Rena
Majori; i fondali, bassi e
sabbiosi, sono ricchi di
pesci, l’ideale per chi ama
snorkeling e immersioni.
A destra: scorcio del
sentiero che collega Rena
Majori alle spiagge a sud
della costa di Aglientu.

Beppe Severgnini

«Rena Majori?


Da perdercisi»


Beppe Severgnini (sotto),
giornalista, saggista
e opinionista, è da sempre
appassionato della Gallura.
Beppe e la Sardegna: amore
a prima vista?
No: progressivo. Avevo 17 anni,
una moto e una ragazza:
la Gallura era il palcoscenico
perfetto. Mi colpivano i profumi,
i colori, il mare: direi in
quest’ordine. Avevo amici sardi,
amici continentali, amici
stranieri. Pesca subacquea
a Capo Testa, calcetto in
spiaggia, serate a Santa Teresa
di Gallura, che allora
aveva una piazzetta magica.
Perché questo lembo di Gallura
per le tue vacanze?
Un’amica di mio padre era
sposata col direttore della
Cerasarda. Ci spinse a venire,
vedere, provare. Arrivavamo da
una dozzina d’anni a Forte dei
Marmi e due estati all’Isola
d’Elba. Vista la Gallura, non
abbiamo più cambiato. Ancora
oggi penso che i venti chilometri
tra Santa Teresa e Vignola siano
il tratto di mare più spettacolare,
affascinante – e rispettato! –
del Mediterraneo.
Cosa hai provato la prima volta
a Rena Majori?
Mi sono perso. Era notte, avevo
accompagnato questa
ragazza lussemburghese
e non trovavo più la
nostra casetta. Ho vagato
fino alle tre di notte,
non c’erano i cellulari
al tempo! Buio tra mare
e ginepri: indimenticabile.


112 Bell’Italia

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