Bell_39_Italia_-_Maggio_2016

(Maria Cristina Aguiar) #1

Prima dei rigeneranti bagni caldi, di ieri e di oggi, si so-
stava in una delle chiese più belle dell’intera tappa: è la
collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, a San Quirico d’Or-
cia (Sancte Quiric, nel diario di Sigerico). All’esterno della
chiesa si ammirano due portali romanici ornati di bas-
sorilievi, scolpiti nell’XI e nel XIII secolo. Ma un punto
restava fisso nella memoria dei viandanti, una specie di
traguardo. Stava sul fondo della val d’Orcia e annuncia-
va, con un’altra soglia orografica, il passaggio nella valle
del Paglia dove i timori del viaggio, uscendo dal Gran-
ducato di Toscana, si attenuavano, sotto l’occhio vigile
delle guardie papaline. Era lo sprone di Radicofani, su
cui si ergeva una rocca, passata più volte sotto il control-
lo di Siena ma anche caduta nelle mani di avventurieri
come Ghino di Tacco, «per la sua fierezza e le sue ruberie
uomo assai famoso», come disse di lui Boccaccio.


LA STAZIONE DI POSTA DOVE DORMIRONO
REGINE, PAPI E IMPERATORI
La sinistra fama del luogo, accentuata dal cono d’ombra
del fortilizio, dalla sua posizione di frontiera e dalla pes-
sima reputazione di chi vi abitava, metteva in angoscia i
pellegrini. Si cercava di passarvi con il favore della not-


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te, come animali in fuga, per evitare i pericoli. Ghino,
in particolare, praticava il mestiere più comodo per un
furfante, quello del rapimento con riscatto. Nelle sue
grinfie (è sempre Boccaccio a raccontarlo) finì anche
l’abate di Cluny che, per la verità, non ne ebbe a male.
Anzi, apprezzò il fatto che la lunga e forzata dieta di
pane e acqua a cui fu sottoposto gli giovò nel fisico,
rendendo inutile il ricorso alle terme che erano la meta
del suo viaggio.
Dalla fine del XIII secolo in poi, concentrandosi qui tutti
i vari rami della via, Radicofani divenne punto di sosta
obbligato con ben tre ospedali documentati. Una tradi-
zione attestata in seguito dal maestoso edificio cinque-
centesco della Posta Medicea, fatta costruire dal gran-
duca Ferdinando I all’ingresso dell’abitato. Fino alla fine
dell’Ottocento fu utilizzata prima come albergo-dogana,
al confine con lo Stato Pontificio, e poi come stazione di
posta e cambio cavalli, e ospitò decine e decine di illustri
viaggiatori, regine, papi e imperatori.

Nella foto: i resti dell’imponente rocca di Radicofani, fatta costruire da papa Adriano IV nel XII secolo.


140 Bell’Italia

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