fantasia. Una fantasia che in quegli anni si alimentava dell’ammirazione per i lavori
di Gaudí, che Basile aveva osservato a Barcellona, così come dello studio e rielabo-
razione dei caratteri stilistici delle antiche architetture siciliane. Il Villino, una delle
prime costruzioni moderniste in Italia, nasce dalla raffinata armonia di tutti questi
elementi: corpi aggettanti di diverso volume, torri esili e scale sinuose compongono
un esterno affascinante cui corrisponde un interno altrettanto movimentato.
Pur essendo solo un “padiglione di delizia”, il Villino era dotato di ogni comodi-
tà (fu uno dei primi edifici privati con illuminazione elettrica) e decori e arredi
erano curatissimi. Vetrate policrome, dipinti, tessuti e boiserie di pregio caratte-
rizzavano ogni ambiente. Qui si accoglievano ospiti altolocati e si svolgevano feste
estive, ricevimenti in cui sempre brillava l’astro di donna Franca, la moglie di Ignazio
che, per la bellezza e l’eleganza dei modi, era detta la regina di Palermo.
In alto: la facciata del villino con lo scalone che porta direttamente al piano di rappresentanza.
Ignazio Florio junior lo fece costruire per il fratello Vincenzo, all’epoca appena sedicenne.
La “casina di
delizie” del più
giovane dei Florio
è un capolavoro
del Liberty europeo
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Bell’Italia 199