PENSIERI SPARSI
Alle volte penso ad alta voce. Parlo da solo, forse
perché non ho nessuno con cui parlare. O forse
perché non mi va di parlare con gli altri. Dovrei
capirli, ascoltarli. E loro dovrebbero capire me.
Probabilmente non ci riuscirebbero, non li
biasimo. D’altronde io vivo in un mondo tutto mio.
Io sono strano. Anzi, il mio problema è strano: oggi
stavo pensando che ultimamente scrivo cose così
belle che mi pare impossibile le abbia scritte io. E
non pecco di presunzione! A dire il vero, di peccati
ne commetto tanti, arroganza inclusa, ma la verità
è che spesso mi sembra di scrivere pensieri
talmente lunghi da sembrare eterni, e spendo le
ore finché da quell’ingarbugliamento di concetti,
non esce fuori un preciso discorso sul mio
quaderno a righe. Non amo i quaderni a quadretti:
mi fanno sentire ingabbiato. Le righe invece le
tollero. Vorrei saper scrivere in maniera elegante
su fogli completamente bianchi, ma poi mi
accorgo che ognuno di noi ha bisogno di una
guida. Nel mio caso, mi basta seguire la retta via
delle mie righe. E dopo averlo fatto, chiudo il
quaderno e lo dimentico da qualche parte in
questa casa fatta di polvere e ricordi. Lo devo
ammettere davvero: a volte scrivo cose così belle
che mi pare impossibile le abbia scritte io. Ma la