Dialect Poetry of Southern Italy (Italian Poetry in Translation Book 2)

(Marcin) #1

Ppe’ lli strapazzi ‘n guerra e mo’ ‘mbecchiatu,
camina coscinùtu ed ja lla tussa;
ma ‘ncore porta lla cammìsa russa
ccu’ tuttu ch’èdi viecchiu e sguallaratu.
Come se tu nominassi / l’Orco, o lo stregone più potente,
/ perché, lettore mio, la gente di qua / buona o cattiva lo
crede un predestinato. // [...] Già per raccontare tutta la
gloriosa / sua storia che un po’ affligge e un po’ consola, / ci
vorrebbe la penna di Padula / e la sua meravigliosa fantasia;
// Qui Ciccio Stocco non varrebbe un soldo / e Nicotera
niente al suo cospetto / e Ferdinando Bianco uno scricciolo
/ sarebbe, a paragone di Don Leopoldo. // I più valenti
moschettieri di Francia / egli se li legherebbe agli stivali, / e
tutti i generali d’Italia / non sono buoni a fargli da stallieri.
/ Come un romanzo si possono raccontare / le sue traversie
e non basta una nottata; / e tutte le prodezze di Don
Chisciotte / con le sue non si possono mai mettere a pari. //
[...] Per gli strapazzi in guerra adesso è invecchiato, /
cammina da gobbo ed ha la tosse; / ma ancora indossa la
camicia rossa / con tutto ch’è vecchio e si trascina una
voluminosa ernia; //

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