Dialect Poetry of Southern Italy (Italian Poetry in Translation Book 2)

(Marcin) #1

radeche senza chiù n’umà de stizze,
menne senza chiù latte ci ene fatte,
arruscenite vèmbre ‘n bacci a sole.
Poterla ritrovare con una canzone Non c’è più chi canti e
voli nel cielo, / mia rondine ultima d’aprile. / Intricato un
cuculo in mezzo a questi veli / di nebbia, solamente lui
prega per lei, / prega per lei, per questa parlata / che si
svilisce e si trascina a morte. // Cuculo dalle piume d’oro
prega per lei: / la tua canzone, zufolo di scorza,/ la porti
fino al limitare della selva / dove non c’è più un confine per
i solchi, / dove non c’è più un segno di questa gente, / acini
spersi, sperduti e sparpagliati, / non più semente quasi come
specchio di antenati, / ma farro mescolato alle impurità e al
loglio, / canarina ammutolita, / affranto verdone, / che più
non dipana intrichi di linguaggio: / chiamata larga alla
campagna distesa, / filo senza fine attorno al fuso. // Prega
per lei, per questa parlata, / per questa parlata, / per queste
campagne senza più frutti sulle spighe decapitate e scolorite:
/ sorgenti di antica vena le montagne, / radici senza più un
trasudare di gocce, / mammelle senza più latte sono
diventate, / arroventati vomeri contro il sole. //

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