«Tu sei infatti un popolo consacrato al Signore tuo Dio e il Si-
gnore ti ha scelto, perché tu fossi il suo popolo privilegiato, tra
tutti i popoli che sono sulla Terra (Dt 14,2)».
Questo significa che ha un compito da svolgere. Attraverso la loro
storia Dio ci parla e vuole insegnarci qualcosa. Che cosa vuole dirci?
Il mio popolo è stato 1878 anni fuori della Terra Promessa. In
tutti questi anni l’ho conservato nella fede in me. L’influenza di
nessuna cultura, struttura sociale e politica non è riuscita a can-
cellare in lui la memoria di me. Dopo 1878 anni l’ho fatto ritor-
nare nella Terra dei suoi Padri. La fede in me non è cambiata.
Non vi sembra che in questo ci sia qualcosa di sovrannaturale?
Sì. Non sbagliate. La mia potenza ha fatto questo.
Ecco cosa voglio dirvi! La mia riflessione è questa. Dio ha creato gli
uomini per la felicità, e l’immagine di questo è il Paradiso terrestre,
dove l’uomo viveva in armonia:
Con Dio.
Con tutta la natura.
Con se stesso.
Con gli altri.
Ecco il progetto di Dio. I progetti di Dio non si cambiano! Sono eter-
ni. Prima o poi si devono realizzare. Devono! Dio non è un bugiar-
do!
l peccato originale, la disobbedienza verso Dio ha causato la disper-
sione degli uomini su tutta la Terra in una grande confusione delle
lingue nella torre di Babele:
«Tutta la Terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emi-
grando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel
paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: Veni-
te, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco. Il mattone servì
loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: Venite, co-
struiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e
facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la Terra. Ma
il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stava-