La fuga dalla morte

(Andrzej Budzinski) #1

chio dimagrito e si accorse che qualcosa non quadrava. Egli comin-
ciò a pensare: Se soltanto nelle teste dei pesci è nascosta l’intelli-
genza, potrei comprare soltanto quelle! C’è stato un negoziante che
voleva regalarmele; avrei risparmiato parecchio denaro e l’effetto
sarebbe stato lo stesso! L’uomo condivise il suo pensiero con lo psi-
cologo, che ridendo disse: Ho detto che il mio metodo funzionava!
Vedi! La tua intelligenza già si è alzata!
Vorrei aiutarvi affinché evitiate il percorso dell’aumento dell’intelli-
genza, ma spesso è impossibile e tanti di noi, prima di capire dove
cercare aiuto, devono mangiare le teste dei pesci. Per natura non
impariamo dagli altri, da quello che ci dicono, dai loro sbagli, ma
dobbiamo sbagliare personalmente e soffrire. Ecco il migliore inse-
gnante: la sofferenza! A volte la sofferenza che incontriamo dopo
uno sbaglio, non è in grado di insegnarci e ripetiamo gli stessi errori
tante volte, direi troppe. Può succedere che non impariamo mai.
Ricadute! Ma per piacere! Dopo le ricadute non dimenticate una
cosa. Rialzarsi! Qualcuno può domandarmi: che senso ha rialzarsi
per puoi ricadere di nuovo? Allora?! Cosa volete fare? Rimanere a
Terra? Se cadi nel fango, rimani nel fango? Se cadi nel letame rima-
ni nel letame? Stai scherzando! Pensi veramente che non ha senso
rialzarsi? Invece no! Ha senso! Eccome! Ci rialziamo con la speranza
che forse non ricadiamo più! Che forse è l’ultima volta! Magari!
Non si sa?
Dobbiamo imparare dai bambini. Prima di camminare, quante volte
cadono? Quante lacrime? Ma il desiderio di camminare è in loro
così grande che non si scoraggiano, si alzano e provano e riprovano,
finché arriva il giorno che cominciano a camminare. Ecco la perse-
veranza e la costanza, due qualità che dobbiamo fare nostre.
La domanda iniziale era: Dove dobbiamo cercare aiuto per affronta-
re noi stessi e il peso che portiamo dentro di noi? La risposta più

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