un grande trucco e imbroglio. Immagino che le industrie che producono
i cosmetici non siano preoccupate per il nostro viso, ma per i loro porta-
fogli. Ci fanno credere che noi abbiamo bisogno dei loro prodotti. Ci fan-
no a credere che senza di loro siamo persi. Ci bombardano con le loro
pubblicità. Ci bombardano per stufarci e alla fine per conquistarci. Vo-
gliono prenderci per sfinimento! Sono furbi, perché toccano il lato più
sensibile (specialmente delle donne, ma cominciano anche gli uomini),
quello della bellezza e dell’invecchiamento. Dobbiamo capire che invec-
chiamento e morte sono contro la nostra natura. Dio ci ha creati per la
vita. Ognuno di noi nelle profondità della natura ha un desiderio di vive-
re in eterno. Questo è giusto. Ognuno di noi si ribella alla distruzione!
Ed è giusto cosi! I truccatori sanno bene cosa fare, sfruttano semplice-
mente la nostra sensibilità. La usano contro di noi. Vogliono «drogarci»
con i loro trucchi. Farci diventare dipendenti.
L’arte del trucco la troviamo dappertutto! Questa arte sapete da dove
viene e chi era il primo truccatore? Sono sicuro al 100% che sapete an-
che questo! Ma, se per caso, ci sia qualcuno che non lo sa, adesso vi ri-
corderò questo avvenimento. Ascoltate, o meglio, leggete questa storia,
è antica e tocca proprio le nostre radici. Il titolo è «Il peccato originale»:
«Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Si-
gnore Dio. Egli disse alla donna: È vero che Dio ha detto: Non dovete
mangiare di nessun albero del giardino?. Rispose la donna al serpen-
te: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del
frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne
dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. Ma il
serpente disse alla donna: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che
quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste
come Dio, conoscendo il bene e il male. Allora la donna vide che
l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per
acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede
anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si apri-
rono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciaro-
no foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che
passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua mo-