La fuga dalla morte

(Andrzej Budzinski) #1

Le tasche piene o vuote?


Una volta, all’inizio di un incontro con alcune persone, alle quali
spiegavo che cosa significa dare, ho «ricevuto» improvvisamente
un’idea. Senza dire niente mi sono alzato e ho tirato fuori le tasche
dei miei pantaloni. Erano vuote. Sono rimasto così per un po’. Le
persone mi guardavano sorprese e sospese aspettando cosa succe-
de. Credetemi, anch’io ero sorpreso dell’idea che compievo, perché
ero consapevole che non era la cosa preparata da me, era un gesto
spontaneo e sorprendente. Ero fermo e in silenzio davanti al pub-
blico. Con il passato del tempo cresceva la tensione. Sapevo soltan-
to una cosa, che niente succede a caso. Sembrava che qualcun altro
desiderava dire qualcosa attraverso di me. In attesa reciproca, i
miei ascoltatori aspettavamo con curiosità che cosa sarebbe suc-
cesso. Piano piano ho cominciato parlare:
Se non abbiamo niente, dicevo, mostrando le tasche vuote, noi non
possiamo dare niente. Possiamo dare agli altri soltanto quello che
abbiamo.
Ecco il senso dello «strano» gesto delle tasche vuote. Questo insoli-
to l’inizio ha un po’ ha sbalordito la mia presentazione. Non volevo
cominciarla così in modo «strano». E allora? Adesso? Che cosa fac-
cio? Ero in difficoltà! Ho detto:


Adesso dobbiamo trovare il modo per riempire le nostre «ta-
sche», perché le tasche vuote significa impossibilità di offrire e
di donare.

Continuavo:


Mi ricordo che, quando ero piccolo, amavo stare con mio non-
no, perché lui aveva sempre qualcosa nelle tasche per me, ave-
va sempre qualche sorpresa. Non vedevo l’ora d’incontrarlo per
scoprire le sorprese. Provate a immaginare che quasi sempre mi
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