Pier Paolo Sarpi - L\'inquisizione nella Serenissima Repubblica

(Joyce) #1

vero, o non si vede, o non hebbe luogo. Però non doveva essere
stampato, massime essendo seguito il Concordato con Giulio,
doppo quel tempo. Mà sicome la Corte Romana non desisterà
mai di fomentare le pretensione sua, così converrà essere
vigilanti ad ovviare, che la negligenza non faccia pregiudizio
alla giornata, non mettendo mai più in trattato materia così
fermamente stabilita, imperoche l'haverla anco posta in
trattato l'anno del 1551. quando non fosse succeduto bene,
come successe, sarebbe stato un grandissimo pregiudizio
contra il concordato del mille dugento ottanta nove.
Mà che oltre l'esser legitima, e giuridica la sentenza, sia
necessario anco il conservarla con ogni ingegno, li rispetti
publici, e privati lo dimostrano chiaramente. La potestà che dio
dà al Prencipe, non è un dono fatto per lui proprio, che però
egli possa lasciar diminuire senza peccato: mà se bene viene
immediatamente dà Dio, è pero data per beneficio del popolo:
onde se si diminuisce, non resta così sufficiente per il buono,
ed intero governo, ed il suddito ne riceve danno, e sua Divina
Maestà offesa.
Se ben il Prencipe non hà obligo alcuno al suddito di governarlo,
l'hà però a Dio, e la protezione che ne tiene, se ben verso il
suddito è grazia, verso Dio è debito, qual non si può ben
eseguire, se non conservando intiera, e non lasciando diminuire
l'autorità publica. L'Offizio dell'Inquisizione quanto è più
santo, e necessario de gl'altri, se non è ben amministrato, mà
abusato, tanto è piu grave, e dannoso. Dove è in mano di
Religiosi giusti e prudenti, vi è bisogno che à quelli sia data
occasione di perseverare tali, con guardarli, ed osservarli,
ch'altrimente la commodità di poter operare arbitrariamente
fa trascorrere anco il santo. Mà dove che l'Amministratore
non hà tutte le qualità necessarie, convien ovviare à gli eccessi.
Per i tempi passati, si è veduto gravarsi li sudditi con rigori
eccessivi, dà chi col mostrarsi zelanti, hanno voluto far dar
luogo all'ambizione, overo appropriarsi quel d'altri: Pertanto è

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