Pier Paolo Sarpi - L\'inquisizione nella Serenissima Repubblica

(Joyce) #1

hanno anco fatto grand'acquisto, con gran sturbo dei Governi.
Al presente più che mai mirano à ciò, e nel particolare
dell'Inquisizione nello stato della Republica tendono con ogni
accortezza à tirarla intieramente all'Ecclesiastico. Il che
farebbono finalmente, quando potessero introdurre il
giuramento, facendo il Rappresentante ministro loro. E ciò
essend'introdotto, gli scrupoli d'uno, la poca intelligenza d'un
altro; gl'offizi che sarebbono fatti per mezzo de' Confessori,
operebbono, che li rispetti dell'Inquisitore, e di Roma,
sarebbono anteposti alli publici, overo, ecciterebbon almeno
nella mente, dubi cosi potenti, che non lascierebbono mai
operar bene. Ilche anco risolve una risposta che qui
potrebb'essere data, cioè, che si potesse ricevere quel
giuramento, salvi li rispetti del Prencipe. Perche le cose dette
di sopra turbarebbono la mente de gl'huomini talmente, che
mai lascerebbono haver luogo à quella sana intelligenza. Mà per
colorare il loro tentativo, due cose dicono gl'Inquisitori. Una,
che Federigo Secondo commandò à tutti li Consoli, e Podestà
della Città che giurassero. L'altra, che il Rè di Spagna giura.
Mà Federigo non commandò che fosse giurato à gl'Inquisitori,
perche come di sopra si è mostrato, l'Offizio dell'Inquisizione
non era ancora instituito. Mà che giurassero in publico à lui
d'esser diligenti à spiantar l'heresie ch'erano radicate. Non
entravano all'hora i Consoli, e Podestà nell'Offizio
dell'Inquisizione con gl'Ecclesiastici, mà essi soli con l'autorità
Imperiale condannavano gl'heretici, e giuravano
all'Imperadore di farlo fedelmente: e con tutto ciò, quella
forma durò poco; ed attesta Giovanni Andrea famoso
Canonista, qual fiorì del 1300. che al suo tempo quel
giuramento era già andato in disuetudine. Il Rè di Spagna
Filippo II. introdusse di far un publico giuramento, non in mano
d'Inquisitori, mà à Dio, di non comportar mai, che gl'heretici
vivessero liberamente nelli stati suoi: il che non è giuramento
di fedeltà, e segretezza all'Offizio, il quale dipende del Rè, e

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