Pier Paolo Sarpi - L\'inquisizione nella Serenissima Repubblica

(Joyce) #1

cosa più li ammonuicano, e modestamente riprendevano, che del
trascurarla. Ed adesso niuna cosa più si predica, e persuade al
Prencipe, senon ch'à lui non s'aspetta la cura delle cose divine,
con tutto che pel contrario la Scrittura sacra sia piena di
luoghi dove la Religione è raccomandata alla Protezione del
Prencipe dalla Maestà Divina, laqual anco promette tranquillità,
e prosperità à quei stati, dove la Pietà è favorita, si come
minaccia desolazione, e destruzione, à quei Governi, dove le
cose divine sono tenute come aliene. Gl'essempi di ciò
abbondano, de' quali non comportando questa scrittura lunga
narrazione, dirò solo, che Davide entrato in un Regno
disordinato internamente, ed esternamente, essendo
occupatissimo e nella guerra, e nel formar la Polizia, con tutto
ciò pose la sua principal cura nelle cose della Religione. E
Salomone entrato in un Regno quietissimo, ed ordinatissimo
attese parimente più alla Religione, che à qualsivoglia altra
parte del Governo. Li Prencipi più commendati ne secoli passati,
come Costantino, Teodosio, Carlo Magno, san Ludovico, &c. la
maggior lode ch'havessero fù d'haver posto la principal opera
loro in proteggere, e regolare le cose della Chiesa. E un
grand'inganno il rappresentar questa parte per cosa di minor
momento, che deva essere tralasciata per attender ad altro,
poiche questa negletta suol provocar l'ira divina. E l'isperienza
cotidiana questi tempi mostra, che non può restar tranquillo
uno stato, nascendo mutazione di Religione: e quei medesimi
che consigliano i Prencipi à non intromettersi in cose della
Chiesa, dicono però in altre occasioni, La vera Religione essere
fondamento delli governi. Sarebbe grand'assordità, tenendo
ciò per vero, com'è verissimo, il lasciarne la cura totale ad
altri, sotto pretesto che sono spirituali, dove la temporale
autorità non arriva, overo che il Prencipe habbia maggior
occupazione di questa.
Chiara cosa è, che sicome il Prencipe non è Pretore, nè
Prefetto, nè Proveditore: così parimente non è Sacerdote, nè

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