Pier Paolo Sarpi - L\'inquisizione nella Serenissima Repubblica

(Joyce) #1

risentimento delle Città oltramontane, che di ciò si reputano
offese. Non è raggionevole, che si nascondino, & adossino ad
altri ciò che è fatto per i loro proprij rispetti, e per queste vie
indirette s'impatroniscano della mercanzia oltramontana. E
però se alcun nativo di questo Dominio sarà vivuto dà buon
Cattolico in questo paese, e per le sue occorrenze haverà
passato i monti, sin che non torni, non è cosa giusta darli
molestia alcuna, per relazione, che si habbia di lui.
Intorno al XXVII. Capitolo, che non sia ammessa la
confiscazione in queste materie d'heresia, essendo già
introdotto, e stabilito l'uso, senza contradizione, non fà
bisogno senon continuare l'osservanza, poiche è di molto
servizio di Dio, e della Religione; de' quali quando si tratta, è
sempre cosa perniziosa il mescolarvi materia pecuniaria,
perche dà ciò il mondo prende scandalo: e vedendo intervenir il
dinaro, non si può persuadere, se ben fosse vero, e chiaro, ch'il
servizio di Dio tenga il primo luogo. Non resterà mai la Corte
Romana, in tutte l'occorrenze di biasimar quell'ordinazione,
parendoli, che la moderazione statuita dalla Serenissima
Republica rinfacci l'ordinazione Romana di troppa severità. Ciò
che in publico allegano è, che l'heresia è delitto di lesa Maestà
Divina, laquale convien più vindicare che l'humana. Ond'è un
pervertir l'ordine, quando si hà maggior pena à chi offende
gl'huomini, che à chi offende Dio. E però confiscandoli i beni,
per lesa Maestà humana, maggiormente devonsi confiscare per
lesa Maestà Divina, nel qual delitto s'incorre per l'heresia. Mà
quest'apparenza è un ombra senza corpo, perche
condannerebbe le loro constituzioni, lequali perdonano il
delitto d'heresia la prima volta, e pure non si perdona il delitto
della Maestà humana offesa la prima volta: onde parrebbe che
minor conto si tenesse dell'offesa di Dio, che de gl'huomini.
Però la verità è, che nell'imposizione delle pene non si ha
rispetto alla sola gravità del delitto, mà alle circonstanze
ancora, del danno che porta à gl'altri, overo dell'inhonestà

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