Religione à fini mondani, cosi al presente il numero è in colmo.
Questi sotto pretesto spirituale, mà per fine d'ambizione, e
richezza mondana, vogliono liberarsi dall'ubbedienza dovuta al
Prencipe, e levarli ancora l'amore, e riverenza dovuta dal
popolo, tirandola à loro. Per effettuar queste cose, hanno
inventato nuovamente una sorte di dottrina, che non hà altra
materia senon la grandezza Ecclesiastica, la libertà,
l'immunità, e la Giurisdizione sua. Questa dottrina fù inaudita
sino circa il 1300. nè si trova libro scritto di ciò innanzi quel
tempo. All'hora si diede principio à scrivere qualche poco
sparsamente per i libri. Mà dei libri che professassero di non
trattar altro che questa materia, non furono piu di due sino al
- e trè sino al 1500. Doppo questo tempo crebbe alquanto
il numero, mà fù tolerabile. Doppo del 1560. cominciò à
moltiplicare questa dottrina, in maniera che al presente si è
tralasciato di scrivere, come già si faceva, delli misteri della
Sanctissima Trinità, della creazione del mondo,
dell'Incarnazione di Christo, ed altri misteri della fede, &
altro non si stampa in Italia senon libri in diminuzione
dell'autorità secolare, ed in essaltazione dell'Ecclesiastica: ed
i libri stampati non vanno più à numero, mà à migliaia. Quei del
popolo, ch'intendono le lettere, non puonno legger altro. Li
Confessori parimente altra dottrina non sanno, ne per
approvarli si ricerca saper altro che questo: onde contra una
perversa opinione in universale, che il Prencipe, e li Magistrati
siano invenzioni humane, anzi tiraniche, che convenga ubbidirli
per forza solamente, perche il contrafar le leggi, il fraudar le
publiche entrate, non obliga à peccato, mà solo à pena, laqual
chi non paga opera si, che per la fuga non resti reo innanzi la
Maestà Divina, e pel contrario, ch'ogni cenno de
gl'Ecclesiastici, senza pensar altro, deva esser preso per
precetto divino, ed oblighi la conscienza. E questa dottrina è
forsi causa di tutti gl'inconvenienti che si provano in questo
secolo. Non mancano in Italia persone pie e dotte, che tengono