SPEAK ITALIA!
Though it did succeed in bringing together the people of Italy and beyond, the recent earthquake
in the Apennines was a tragic reminder of the country’s volatile geology, writes Tom Alberto Bull
The small towns dotted around the Apennine
mountains, which spread for hundreds of kilometres
down the spine of Italy, are some of the most peaceful
you could come across. Many such places have been
left untouched for centuries, unaffected by the changes
of the times below the tranquil isolation of their high
altitude location. Hidden away in the Gran Sasso and
Monti della Laga National Park, Accumoli, for example,
has its origins in the 12th century and is home to a
small community of around 650 permanent residents.
On the 24th of August all of this was to change.
Just after 3.30am, while almost all of the residents
were sleeping, a 6.2-magnitude earthquake ripped
through the area. The resulting damage was on a
scale this area had never witnessed in its long history.
As well as Accumoli, the worst affected towns were
Pescara del Tronto, Arquata, and Amatrice – the
largest of the four. The vast majority of these towns
have been completely destroyed, leaving a pile of
rubble where entire communities once stood.
In these tragic circumstances, the Italian
community as a whole quickly grouped together to do
all they could to help the victims. An instant rescue
operation was launched with many volunteers working
alongside professionals around the clock to search for
survivors. In Pescara del Tronto a 10-year-old girl was
pulled from the rubble 17 hours after the earthquake
had struck. Despite their best efforts the extent of the
damage made the operation extremely difficult with
the death toll surpassing 250 people.
Thousands of Italians joined groups on social
media to organise aid collection points around the
country, including food, clothing and blankets to send
to the areas affected. Others offered their spare rooms
to people that had been left homeless, including some
hotels. Italy’s national museums, meanwhile, embarked
on a fund-raising campaign, donating their Sunday
proceeds to relief and reconstruction efforts. These acts
of kindness go some way in helping the victims get
back on their feet while the government consider just
how much of the area can be reconstructed.
In an effort to raise money for survivors, Italian
food blogger Paolo Campana launched an appeal
asking restaurants to put the dish pasta all’amatriciana
on their menus as a tribute to those who died. Chefs
around the world started to serve up the dish – which
originated in Amatrice – with two euros from every
plate sold donated to the Italian Red Cross. If you
happen to see it on a menu near you in the coming
months, give it a try!
I piccoli paesi sparsi negli Appennini che si succedono
per centinaia di chilometri lungo la dorsale italiana sono
tra i più tranquilli che si possa immaginare. Molti di
questi luoghi sono rimasti immutati per secoli, grazie al
quieto isolamento dovuto alla collocazione geografica e
all’altitudine, nascosti nel parco nazionale del Gran Sasso
e dei Monti della Laga. Accumoli, ad esempio, ha le sue
origini nel 12 secolo e ospita una piccola comunità di
circa 650 residenti in pianta stabile.
Tutto ciò era destinato a cambiare radicalmente
il 24 agosto. Poco dopo le 3.30 del mattino, quando
la maggior parte dei residenti dormiva, un terremoto
di 6,2 gradi di intensità ha devastato la zona. Il
danno risultante era su una scala mai vista nella lunga
storia di questa regione. Oltre ad Accumoli, i paesi
più colpiti sono stati Pescara del Tronto, Arquata e
Amatrice – il più grande dei quattro. La gran parte
di questi paesi sono stati completamente distrutti,
lasciando un cumulo di macerie là dove prima vivevano
intere comunità.
In queste tragiche circostanze, la nazione italiana
si è unita nel fare tutto ciò che poteva per aiutare le
vittime. Una operazione di salvataggio è stata avviata
immediatamente con tanti volontari che lavoravano a
fianco dei professionisti 24 ore su 24 alla ricerca dei
sopravvissuti. A Pescara del Tronto una bambina di 10
anni è stata estratta dalle macerie ben 17 ore dopo il
sisma. Nonostante tutti gli sforzi l’estensione del danno
ha reso l’operazione estremamente difficile e il bilancio
dei morti ha superato le 250 persone.
Migliaia di italiani si sono organizzati sui social
media per creare in tutto il paese punti di raccolta di
cibo, vestiario e coperte da inviare alle zone colpite.
Altri hanno offerto le loro stanze libere a coloro che
sono rimasti senza tetto, compresi alcuni alberghi. I
musei nazionali italiani, a loro volta, hanno iniziato
una campagna di sottoscrizione, donando gli introiti
domenicali per gli aiuti umanitari e la ricostruzione.
Questi atti di generosità aiutano le vittime a rimettersi
in piedi mentre il governo calcola quanta parte dell’area
potrà essere ricostruita.
Nello sforzo di raccogliere fondi per i sopravvissuti,
un food blogger italiano, Paolo Campana, ha lanciato un
appello chiedendo ai ristoranti di includere nel menu la
pasta all’amatriciana per rendere omaggio alle vittime.
In varie parti del mondo diversi cuochi hanno iniziato a
servire questo piatto – originario di Amatrice – donando
due euro alla Croce Rossa Italiana per ogni ordinativo. Se
vi capita di trovarlo nel menu di un ristorante vicino a
casa vostra, vi suggeriamo di ordinarlo.
20 ITALIA! November 2016
GAZZETTA GAZZETTA I TA L I A!
Il terremoto The earthquake
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