Oggi – 31 gennaio 2019

(alfred) #1
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SIALLENAE VIVENEL BOSCO
Inquesteimmagini, l’immersione
diJohanna nelle acque del lago
Sonnenen. Qui a fianco, dasinistra,
l’atletacerca il punto miglioreper
forareil ghiaccio;infilata la muta
si prepara a immergersi;mentresi
concentraprima dell’immersione.
Sotto: a sinistra, le pinnediJohanna
che si tuffanell’acquagelata;a
destra, il rifugio in mezzo al bosco
in cui vivequandosi allena.

●Il record mondiale di apnea statica è del francese Stéphane Misnud, che nel 2009 è rimasto sott’acqua 11’ e 35’’

di cacciatori immerso tra gli abeti.
Lontano dalla frenesia della città, le
due donne trascorrono le loro giornate
spalando neve, raccogliendo legna e
passando lunghi dopocena a chiac-
chierare alla luce morbida delle can-
dele. Tutt’intorno, solo silenzio.
Il primo tuffo gelato della stagione
è un appuntamento che attende da
settimane. Per immergersi, dovrà
spaccare la lastra di ghiaccio del la-
go nel punto in cui è più sottile e poi
accendere dei fari per illuminare la
scaletta in legno che scende nell’ac-


qua fin sotto la superficie solida.
«Quando sei laggiù non c’è margine
di errore, puoi fidarti solamente di te
stessa» spiega. «L’apnea è soprattutto
disciplina mentale. Scendere sempre
più in profondità non basta, devi farlo
senza perdere la testa».
Il record personale in apnea statica di
Johanna è di 6 minuti e 35 secondi,
un’eternità. «Dopo tre minuti la tua
mente comincia ad elencarti le infi-
nite ragioni per cui dovresti risalire,
serve molto autocontrollo», racconta
lei. Nell’apnea sotto il ghiaccio, dove

l’apneista nuota in orizzontale copren-
do una distanza tra due fori praticati
nel ghiaccio, le sensazioni sono di-
verse. Perdere l’orientamento è facile,
tanto che tra i due fori viene stesa
una fune di sicurezza subacquea a cui
l’atleta rimane sempre legato.

SI PERDE L’ORIENTAMENTO
«A volte non riesco neanche a di-
stinguere le mie mani, tanto è scura
l’acqua», racconta Johanna. E se per-
desse la fune? «In caso di emergenza
dovrei scendere più in profondità: è
l’unico modo per vedere la luce che
entra tra i due fori e capire dov’è l’u-
scita». Ci crediate o no, alla sirenetta
dei ghiacci gli abissi fanno paura:
«Arrivo fino a 50 metri, poi comincio
a immaginare mostri e creature sco-
nosciute...», racconta lei ridendo. Nel
2019, forse, un’altra apneista proverà
a battere il record della Nordblad.
Sua sorella Elina spera che accada,
perché darebbe a Johanna l’occasione
per riprovarci. A 43 anni, non sareb-
be proprio un gioco. Eppure, a volte
è così che nascono le grandi imprese.
MatteoFagotto

PRIMA DELL’APNEA

SICONCENTRA

VERSOVERSO IL SUO MONDOILSUOMONDO

UNTUFFOEVIA,
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