glia a causa mia. Subentra un
percorso psicologico strano:
mi sono sentito pieno di rab-
bia e in colpa nonostante non
avessi fatto niente. Mi hanno
intercettato, forse pedinato, ne
hanno dette di ogni. Stavo per
esplodere e la mia rabbia scat-
tava contro chi mi ama. Chiedo
scusa a tutti loro. In una notte il
mio mondo e la mia vita sono
cambiati per sempre e queste
cicatrici non potrà cancellarle
nessuno. Né dalla mia pelle,
né dalla mia testa».
D. Cerca rivincite?
R. «No. Sono felice, io sono
una persona pulita. Quando
ho incrociato i loro sguardi,
ho notato compiacimento. Il
mio cognome forse ha fatto
aumentare in loro una popola-
rità di riflesso e hanno perso di
vista la gravità della cosa. Ma
non cerco rivincite. Ringrazio
il giudice, il Pm, il mio avvo-
cato e la mia famiglia. Io non
ho mai avuto paura, non l’a-
vrei nemmeno se non fossero
stati condannati. Temevo per
la vita di Zoe, la mia amica.
Temevo per i miei cari. Ma la
paura non sarà mia compagna
di vita... altrimenti non potrei
vivere. Io devo impormi la se-
renità, perché sono nel giusto».
D. È vero che ha studiato le
vite dei suoi aggressori?
R. «Sì. Ho voluto sapere
tutto. Ho voluto sapere chi
fossero. Per arrivare a fare un
gesto simile... c’è sempre una
storia che racconta chi sei. Le
loro storie, appunto, parlano di
un’infanzia infelice, di ragazzi
seppur giovanissimi con prece-
denti penali. Paradossalmente
mi sono immedesimato in lo-
ro per comprendere la rabbia
che li ha mossi. Assurdo, ma
è cosi».
D. E che cosa ha capito?
R. «Che grazie a Dio sono
uscito da un incubo che ha
inciso molto sul mio caratte-
re. Ho vissuto troppo tempo
odiando. Ora devo, in primis,
perdonare me stesso, perché
sono stato senza sorriso troppo
a lungo. Dei miei aggressori
che dire? Ho compreso la loro
vita e sono pronto a perdonare.
Sono ragazzi cresciuti in con-
testi difficili. Cosa vuole che
le dica? Facciamo la guerra?
No, non sarei io. Stop. basta
violenza, che sia fisica o ver-
bale. Conoscere il loro passato
mi ha aiutato a capire il loro
presente».
D. Quando guarda le cica-
trici che le sono rimaste sul
corpo che cosa pensa?
R. «Che mi faranno com-
pagnia per tutta la vita. Che
segnano un percorso scritto per
me che, nel bene e nel male, mi
ha migliorato. Lo scriva».
mi ha migliorato
esperienza
Que
sta brutta
Milano. Niccolò
Bettarini con l’av-
vocato Alessandra
Calabrò che lo ha
difeso nella causa
contro i ragazzi
che lo hanno ac-
coltellato, l’esta-
te scorsa, fuori
da una discoteca.
A sin., Nick, come
viene chiamato in
famiglia, in piazza
dell’Unità d’Italia,
a Trieste.
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