c’era, appunto, un carcinoma
di quasi cinque centimetri, che era
subdolo, era sotto quel grasso che
era stato messo per il lifting del seno
che avevo fatto a febbraio scorso.
Nessuno avrebbe mai pensato che
stesse lì. Alla fine mi sono ritrovata
sotto i ferri il 19 di dicembre».
D. Ma i controlli lei li faceva?
R. «Io? Ma ogni anno, tant’è che
l’ultimo è del 17 gennaio 2017, lo
ricordo perché poco dopo avevo fatto
quell’operazione, il lifting del seno.
E allora sembrava tutto a posto».
D. E quando si è capito che sta-
vano cercando e che hanno trovato?
R. «È stata una notiziaccia, ma di
quelle... Dicono che la malattia cam-
bi le persone, io non lo so ancora...
Pensi che giovedì scorso mi hanno
pure rioperato per un’infezione, sono
in mezzo a tutto questo e sto giusto
ora rimettendo in fila i pensieri».
D. Lei è stata colpita al seno, che
per lei, lo è per tutte le donne, ma
per lei forse di più, è un simbolo...
Scusi, forse è una domanda sfrontata
e “leggerina”.
R. «Non lo è per niente, la verità
è che il mio corpo mi ha tradito. Ora
non so ancora, penso che ricostruirò
tutto quanto, come mi va, quanto
mi va, oppure che non farò proprio
niente. Farò come mi pare e come
mi sento, può anche essere che se
mi gira non faccio niente. Ci sono
delle protesi esterne che si mettono
la mattina e che si tolgono la sera,
bellissime. Andare sotto i ferri a
sessant’anni non è uno scherzo, io
lo so bene: e ci vai la prima volta
perché non ti senti più... Poi la se-
conda perché ti tolgono un po’ di
seno, la terza perché dici, vabbè dopo
tutto quanto è stato, ora resettiamo.
Beh, la quarta cominci a dire: “E
se muoio?”. Ho basato tutta la mia
vita su due seni enormi e adesso,
mah, ne ho uno solo. Ma che vuole
che le dica, il seno piccolo dà pure
meno fastidio, almeno le camicie ti
vanno subito, magari riduco l’altro
e diventerò campionessa del mondo
di giacche e di camicie».
D. Magari è giusto prendersi del
tempo, no?
R. «È vero, ora piuttosto che pen-
sare subito a che rifare e come, ve-
diamo come esco da questo inferno,
vorrei cambiare la mia immagine di
bambolona, che ormai siamo pros-
simi a Che fine ha fatto Baby Jane?
(si ride, ovviamente, ndr)».
Quattro pellicole scelte
fra gli oltre settanta
film girati dall’attrice
romagnola, che l’hanno
resa celebre: qui, con
Paolo Villaggio in “Ri-
mini Rimini”; a ds., in
“Miranda” di Tinto
Brass; sotto, in “Desi-
derando Giulia”; sotto,
a ds., ancora con Villag-
gio in “Roba da ricchi”.
Serena Grandi con
il figlio Edoardo Er-
cole, 29 anni: «Lui e
Corinne (Cléry, ndr),
non mi lasciano
mai. Strana la vita,
lei è stata la mia
nemica, ora capisco
che conta solo il
volersi bene».
I MIEI SENI MI HANNO DATO
FAMA, ORA NE HO UNO SOLO
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