L'Orologio

(Chris Devlin) #1

vole riserva di carica dell’orologio pa-
ri a oltre tre giorni (80 ore).
La prima destinazione dell’impianto
di Chevenez sarà quella di assorbire la
produzione di platine e ponti ed ese-
guire l’assemblaggio del calibro 1887
mentre il laboratorio di La Chaux-de-
Fonds già rodato e più vicino all’uffi-
cio tecnico dove è stato sviluppato il
movimento prenderà in carico l’as-
semblaggio del nuovo CH80 opera-


zione che sarà poi distribuita fra i due
stabilimenti.
L’impianto di Chevenez impiega 60
persone di cui 40 nella produzione (i
restanti 20 lavorano all’ufficio tecnico
al controllo qualità e alla produzione
degli utensili) e 15 all’assemblaggio.
La struttura è strategica nel progetto di
toccare nel 2016 i 100.000 cronografi
prodotti in un anno (al momento la
produzione si attesta su 50.000 unità).

LA PRODUZIONE DEI CALIBRI A


CHEVENEZ ÈINIZIATA ASETTEMBRE


2013 EORA SIATTESTA SU 40 CALIBRI


ASSEMBLATI AL GIORNO PER OGNI
OROLOGIAIO.
La catena di produzione di ponti e
platine impiega fresatrici a secco
come in tutti gli impianti più moder-
ni di questo tipo che possono lavo-
rare il pezzo sui due lati con un’altis-
sima flessibilità e una precisione pa-
ri a 3 micron (millesimi di millime-
tro). Con l’impiego di queste mac-
chine utensili il reparto somiglia più
a un laboratorio di analisi mediche
che a una officina meccanica senza
il consueto odore di olio e metallo.
Inoltre la linea è facile da ampliare
modificare e riprogrammare nel ca-
so in cui si introducano nuovi com-
ponenti. Al momento 20 unità sono
preposte alla produzione delle parti
per 50.000 pezzi l’anno del calibro
1887 mentre altre 10 lavorano alla
produzione di 30.000 pezzi l’anno
del nuovo calibro CH80.
La linea di assemblaggio che at-
tualmente è dedicata alla produzio-
ne del calibro 1887 è organizzata
come la sua gemella di La Chaux-
de-Fonds con i banchi dotati di cre-
magliera per trasportare i movimen-
ti in lavorazione da un banco all’al-
tro. Dopo ogni operazione le cui
specifiche l’orologiaio può leggere
sul monitor di cui è dotata la posta-
zione un sistema automatico con-
trolla che le posizioni e i giochi fra i
componenti assemblati siano corret-
ti e il sistema scarta automaticamen-
te i pezzi non conformi che saranno
poi affidati a due orologiai che ne
effettuano controllo e messa a pun-
to per reinserirli in produzione.

LAVISITA DELL’IMPIANTO NELLA


SEDE CENTRALE DITAG H EUER ALA


CHAUX -DE-F ONDS CI HA PERMESSO


DI OSSERVARE PIÙ DA VICINO LE FASI
DIASSEMBLAGGIO. Qui molte opera-
zioni sono automatizzate. Tra que-
ste: la lubrificazione dei rubini il fis-

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L’Orologio Club


Le impressione dei soci de l’O ROLOGIO CLUB sulla visita alle manifatture TAG Heuer
riguardano soprattutto l’impiego delle più moderne tecnologie affianco alle tra -
dizionali lavorazioni manuali. “L’elevato livello tecnologico e di industrializzazione”
“La filosofia di perseguire nuovi traguardi nel campo del cronometraggio” “Le lo -
giche di produzione” “Maestranze giovani macchinari moderni struttura re cen tis -
sima”: sono le prime considerazioni espresse da Giuseppe Saluzzi Riccardo Zam -
blera Salvatore Bova e Andrea Guabello grandi appassionati di orologeria e – ab -
biamo scoperto nei due giorni passati insieme – con un’ottima preparazione tecnica.
Tutti sono stati concordi nell’osservare che la visita di persona in una manifattura
orologiera regala una nuova visione del marchio e dell’orologeria in generale
ampliando la propria cultura in questo campo. Un settore che al contrario di quanto
si possa pensare è in continua evoluzione. Certamente in questo senso TAG Heuer è
una delle Case più all’avanguardia.

I soci de l’O rOlOgIO Club in visita allo stabilimento
TAg Heuer di Chevenez. Da sinistra: Aurelién le
bogot Movement Production Manager riccardo
Zamblera Salvatore bova Andrea guabello e
giuseppe Saluzzi.

LE OPINIONI DEGLI APPASSIONATI


L’OROLOGIO 226 - Aprile 2014
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