L'Orologio

(Chris Devlin) #1
L’OROLOGIO 226 - Aprile 2014

l’Osservatorio di Ginevra. 13’’’ (cali-
bro Lépine) 20 rubini. Bilanciere
Guillaume.

NEL 1923 P ATEK PHILIPPE FAB-


BRICA IL SUO PRIMO CRONOGRAFO DA
POLSO – un cronografo “à rattrapan-
te” – sulla base di una piccola ébau-
che per orologi da tasca. Verso il

Patek Philippe
mano si distinguono già per la loro
ruota a colonne dotata di un coper-
chio lucidato – un segno di ricono-
scimento che ritroviamo ancora og-
gi in tutti i cronografi da polso Patek
Philippe al quale è stata perfino da-
ta una nuova funzione in un recen-
tissimo sviluppo tecnico della mani-
fattura. Essi possiedono il sistema

Un modello unico
appartenuto a James Ward
Packard. Si tratta di una
grande e piccola suoneria
Westminster su 4 gong
ripetizione a minuti
calendario perpetuo e fasi
lunari. Fu acquistato il
23 marzo del 1920.


èstata battuta a 630. 000 dollari
da Antiquorum questa ripetizione
minuti Patek Philippe venduta a
Henry Graves Jr. nel 1927.

1927 inizia la produzione in serie di
cronografi da polso con o senza
sdoppiante. Le loro casse in stile Art
déco vengono proposte in forme di-
verse: rotonde quadrate rettango-
lari tonneau o coussin. I modelli
senza sdoppiante si presentano co-
me cronografi classici detti mono-
pulsante o tre tempi sui quali i tre
comandi di avvio stop e rimessa a
zero vengono attivati successiva-
mente con lo stesso pulsante situato
nella corona. I movimenti che li ani-

classico d’innesto orizzontale a ruo-
te dentate e un meccanismo di ri-
messa a zero con cuore e martelli
comandato dalla ruota a colonne.

CON IL 1930 INIZIA L’ETÀ D’ORO


DEI CRONOGRAFI DA POLSO PATEK


PHILIPPE. Nel 1932 per la manifattu-
ra si verifica un mutamento impor-
tante: essa viene ceduta dagli ultimi
discendenti dei fondatori ai fratelli
Jean e Charles Stern. Un’indagine di
mercato condotta negli Stati Uniti
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