Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

(^114) COELUM ASTRONOMIA
buona parte dello spettro solare con le sue
numerose righe. Non solo, ma una nota rivista del
settore pubblicò un articolo su questa mia prima
realizzazione spettroscopica. Il ghiaccio era rotto,
e da allora la ricerca di libri e componenti per la
spettroscopia divenne sempre più intensa e
affannosa e, dopo qualche anno, passai dal solare
al cielo profondo, ottenendo i primi spettri stellari,
e incontrando le prime difficoltà nell'estrazione
dei profili e nella calibrazione. Ma le difficoltà non
solo non mi fermarono, ma ebbero l’effetto di
intensificare ancora di più il mio attivismo nella
materia, che si sviluppò sia nella parte teorica che
in quella pratica. Fu un crescendo di progettazione
e costruzione di strumenti per la spettroscopia,
stavolta attingendo anche alle risorse del web,
diventato nel frattempo molto più denso di notizie
anche in tale settore sino ad allora misconosciuto
dagli astrofili del nostro paese.
Nonostante il mio successivo coinvolgimento
sempre più serrato nella spettroscopia stellare, il
mio primo amore restò tuttavia quella solare: la
percezione e la visualizzazione degli splendidi e
reali colori della natura mi affascinava e mi
affascina tuttora, mentre le righe chiare e incise
dello spettro solare sembravano parlare in modo
evidente ed esplicito il linguaggio della natura, del
suo infinitamente piccolo: la riga H-alfa
dell’idrogeno sottende 1 Angstrom circa, vale a
dire 1 decimilionesimo di mm, e vederla grande e
ben definita sullo schermo del PC mi faceva, e mi
fa tuttora, una notevole impressione. Per non
parlare della spettroeliografia, che converte le
righe dello spettro in immagini della nostra stella
in quella data lunghezza d’onda.
Tutto merito, ovviamente, dell’enorme quantità di
luce della nostra stella, che permette di sfruttare a
fondo le potenzialità anche dei telescopi di piccola
apertura diffusi tra gli astrofili. La possibilità di
osservare di giorno e gli elevati livelli di
risoluzione spettrale (personalmente ho raggiunto
R 100.000) costituiscono fattori attrattivi non
secondari, mentre il cattivo seeing diurno e
l’obbligo di usare spettroscopi a fenditura
costituiscono, per contro, i maggiori fattori
limitativi.
La spettroscopia stellare e del cielo profondo
rappresenta per me il mistero, la ricerca dei dati e
delle connessioni, e anche le difficoltà di

Free download pdf