Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

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Guida all'osservazione


Il Sinus Asperitatis


Come principale
proposta andiamo a
osservare il Sinus
Asperitatis nella
serata del 15
settembre
quando,
dalle 20:00 circa,
con la Luna che
tramonta alle 23:04
in fase di 6 giorni
(Colong. 340,3°; frazione
illuminata 38,2%), concentreremo l’attenzione
sulla limitata regione lunare che dal cratere
Theophilus si estende verso nord, fino
all’estremità meridionale del mare Tranquillitatis.
La sera del 15 settembre il margine occidentale
del Sinus Asperitatis verrà a trovarsi in prossimità
del terminatore lunare, pertanto per le strutture a
ovest potrà rendersi necessario estendere
l’osservazione anche alla serata successiva.
Per l’individuazione della regione oggetto di
questa proposta osservativa basterà orientare il
telescopio a circa metà della frazione illuminata
del disco lunare a breve distanza dal terminatore,
concentrando poi l’attenzione sulla limitata area

scura fa i mari Nectaris e Tranquillitatis.
Le dimensioni del Sinus Asperitatis, non dalla
consueta forma circolare, sono di 180 x 180 km e
la sua origine viene fatta risalire al Periodo
Geologico Pre Imbriano collocato da 4,5 a 3,8
miliardi di anni fa. Questa interessantissima
regione lunare è delimitata a sud dai crateri
Cyrillus e Theophilus (diametro di 100 e 104 km,
già visti in dettaglio in un precedente articolo) e
da una zona relativamente pianeggiante in cui si
trova Madler, un cratere di 29 km di diametro con
pareti alte 2670 metri, che viene a costituire un
accesso diretto con l’estremità settentrionale
dell’adiacente mare Nectaris.

Volendo iniziare le nostre osservazioni dal lato
ovest del Sinus Asperitatis non perderemo
certamente il mons Penck (circa 80 km a
nordovest di Theophilus), un notevole massiccio
montuoso alto 400 metri e con diametro di 30 km
la cui struttura ricorda quella di un promontorio
che si innalza fra Kant-C di 20 km (a nordest) e un
cratere di 34 km (a sudovest) privo di
denominazione ufficiale. L’origine di mons Penck è
la medesima del Sinus Asperitatis, risalendo
pertanto al Periodo Geologico Pre Imbriano

1,1 miliardi di anni fa nel Periodo Geologico
Copernicano.
Reiner Gamma ha un diametro di 41 km e, almeno
apparentemente, sembra appartenere alla
variegata categoria dei cosiddetti crateri
fantasma, cioè quasi completamente sepolti sotto
lo strato di regolite che ricopre (in modo non
uniforme) la superficie del nostro satellite.
Rilevazioni strumentali effettuate dalle sonde
rilevarono che Reiner Gamma sarebbe sede di una
notevole anomalia magnetica. Per comprendere
la causa dell’anomala colorazione più chiara
rispetto alla regione immediatamente circostante
venne ipotizzato che il conseguente scudo
magnetico avrebbe agito come protezione

rispetto alle particelle elettricamente cariche del
vento solare, mantenendo invariato nel tempo
l’aspetto brillante e l’elevata albedo
limitatamente alla zona interessata dalla citata
anomalia.
All’osservazione telescopica si noterà la chiara
colorazione del fondo di Reiner Gamma (ad
eccezione del contorno interno del cratere), più
intensa nel settore est della platea, elevata albedo
che si estende anche in numerose aree all’esterno
della struttura. Si consiglia il monitoraggio di
Reiner Gamma anche in corrispondenza del
Plenilunio al fine di individuare eventuali e
significative variazioni di albedo.
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