Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

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InSight


E sul suolo marziano è in arrivo un nuovo abitante
marchiato NASA, anche se con una significativa
partecipazione europea. Si appresta ad arrivare la
sonda InSight, che si trova già oltre la metà del
suo viaggio. Ad oggi, ha percorso 277 milioni di
chilometri e gliene mancano all’incirca 208 per
toccare il suolo marziano sulla Elysium Planitia,
dove inizierà la sua missione sullo studio
dell’interno del Pianeta Rosso. Il suo acronimo
deriva infatti da Interior Exploration using Seismic
Investigations, Geodesy and Heat Transport, ovvero
studio dell’interno del pianeta attraverso analisi
sismiche, di geodesia e del trasporto del calore. Il
suo arrivo è previsto per il prossimo 6 novembre,
tutti gli strumenti sono stati testati con successo e
tutto procede nominalmente.
Nel frattempo, le telecamere del lander hanno
ripreso un “selfie interno” della backshell. Tom


Hoffman, project manager di InSight, spiega: «Se
sei un ingegnere della missione InSight, il primo
sguardo alla calotta di protezione termica, al
cablaggio e ai bulloni di copertura è uno spettacolo
davvero rassicurante in quanto ci dice che la nostra
Instrument Context Camera sta funzionando
perfettamente. La prossima foto in programma con
questa camera sarà della superficie di Marte».

Se tutto va come previsto la ICC scatterà la prima
immagine della Elysium Planitia pochi minuti dopo
l’atterraggio di InSight sul suolo marziano.

A destra. Un "selfie" interno di Insight, che la
navicella ha inviato per dare prova che tutto funziona
alla perfezione. L'immagine è stata presa dalla
Instrument Context Camera (ICC) del lander e mostra
le strutture interne che lo incapsulano all'interno
della navicella spaziale. La backshell è la struttura
che contiene il paracadute e tutto ciò che servirà al
lander durante le fasi di ingresso in atmosfera,
discesa e atterraggio, proteggendolo dalle forti
temperature dell'impatto con l'atmosfera e
accompagnandolo fino al suolo. Crediti: NASA/JPL-
Caltech

avvicinarsi gradualmente ed è entrata in
“stationkeeping” (mantenere la distanza con un
volo in formazione) a 20 km il 27 luglio dopo
essere passata a soli 6 km dal suo obiettivo. Lo
Stationkeeping è stato utilizzato per la
misurazione precisa del campo gravitazionale
dell’oggetto, permettendone l’azione in modo
continuo, lasciando Hayabusa in “caduta libera”
fino ad arrivare il 6 agosto a una altezza di soli
850 metri, momento in cui sono stati riaccesi i
motori della sonda con una potenza prestabilita. I
dati raccolti saranno utilizzati dai tecnici di
astrodinamica della sede JAXA di Sagamihara per i

calcoli precisi di navigazione da utilizzare per il
resto della missione.
Fra gli esperimenti presenti a bordo della sonda vi
è anche un piccolo lander europeo chiamato
MASCOT, che a ottobre verrà inviato su Ryugu con
un sistema a molla e che, nelle 16 ore di
funzionamento a batteria, gli permetterà di
effettuare rilevamenti scientifici e scattare
immagini della superficie da almeno un paio di
luoghi diversi, grazie a un sistema a catapulta che
gli consentirà di eseguire almeno un salto sulla
superficie dell'asteroide.
Vedi la notizia a pagina 10.
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