Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

(^32) COELUM ASTRONOMIA
del ghiaccio d'acqua per le onde radio e, in
particolari condizioni, permette il passaggio di
una frazione molto grande dell’impulso radar. La
maggiore intensità degli echi provenienti dalla
base della calotta fu spiegata perciò con la debole
riflessione alla superficie e il basso assorbimento
dell’impulso radar all'interno del ghiaccio. Sulla
Terra questo fenomeno non si verifica perché la
temperatura non è mai così bassa da causare il
congelamento dell’anidride carbonica.
Queste conclusioni furono, per molti degli
scienziati del progetto MARSIS, un duro colpo alla
speranza di poter identificare l'acqua liquida nel
sottosuolo. Per alcuni però, e in particolare per
l'allora responsabile scientifico dello strumento, il
professor Giovanni Picardi dell'Università di Roma
"La Sapienza", la ricerca continuò. Nel corso degli
anni furono osservate altre zone in cui erano
presenti forti echi sottosuperficiali, ma per anni la
loro identificazione fu resa dubbia per
l’impossibilità di replicare le misure su una data
zona in momenti diversi: un punto in cui
comparivano riflessioni subglaciali brillanti in
un’osservazione risultava poi privo di
caratteristiche particolari in quella successiva. Ci
vollero alcuni anni per capire che la ragione di
questo strano comportamento era l'elaborazione
dei dati all'interno del radar, che sommava gli echi
a centinaia per volta e trasmetteva a terra soltanto
il risultato finale: elaborazione resa necessaria
dalla limitata larghezza di banda disponibile nella
comunicazione, tra il radar e il computer centrale
della sonda, dovuta al fatto che la tecnologia su
cui è basata la realizzazione di Mars Express risale
alla metà degli anni novanta del secolo scorso.
Questa elaborazione finiva così per cancellare gli
echi forti, se questi erano presenti solo in alcune
delle tracce radar che venivano sommate a bordo.
Grazie però alla dedizione e all’impegno del team
di ingegneri che ha realizzato e gestito lo
strumento, è stato possibile compiere una
modifica del software di bordo, che ha permesso
di trasmettere a terra un numero limitato di echi
senza che venissero elaborati all’interno dello
strumento. Fu così dimostrato che, in almeno una
delle aree che erano state studiate fino ad allora,
gli echi forti comparivano in ogni singola
Sopra. L’immagine mostra l’area della Calotta Polare sud di Marte, oggetto di indagine della ricerca condotta
con il radar Marsis (a destra, i tracciati dei rilevamenti condotti durante numerosi passaggi della sonda
sull’area in questione). Crediti: ESA
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