Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

(^38) COELUM ASTRONOMIA
fluttuazioni della potenza dell’eco superficiale –
dovute a irregolarità del terreno, disturbi della
ionosfera e altri possibili fattori – la potenza
media degli echi di superficie avrebbe dovuto
essere costante su tutta la zona analizzata, poiché
la composizione superficiale di tale zona era
omogenea. Calcolai allora la potenza media degli
echi di superficie per ogni orbita, e divisi la
potenza degli echi provenienti da sotto il ghiaccio
per questo valore. Non senza esitazione,
confrontai il risultato per tutte le orbite che
avevamo a disposizione e vidi che, in ogni punto
in cui più orbite si sovrapponevano, i valori così
normalizzati erano gli stessi, indipendentemente
dall’orbita scelta.
Per la prima volta allora sentii che ce l'avremmo
fatta. Non solo esistevano echi forti provenienti
da sotto il ghiaccio, ma la loro potenza era
costante indipendentemente dalla geometria e
dall’epoca dell’osservazione. Finalmente avevamo
una misura certa e riproducibile della potenza
riflessa dal materiale alla base del ghiaccio, che
non poteva essere spiegata da effetti casuali come
una particolare geometria di osservazione o un
qualche tipo di fenomeno stagionale.
Per dimostrare in maniera rigorosa questa
intuizione occorse però una estesa analisi
quantitativa dei fattori che influenzano la
propagazione del segnale radar, a partire da
misure di laboratorio su materiali analoghi a quelli
marziani a bassissima temperatura, passando per
la simulazione numerica della propagazione di un
segnale radar attraverso la calotta polare
marziana.
La conclusione, dopo due anni di lavoro, fu che
nessuno tra i fattori che potevano giustificare una
forte intensità degli echi subglaciali in assenza di
acqua liquida poteva spiegare tutte le
caratteristiche dei dati, e che la potenza delle
riflessioni era tale da richiedere non solo la
Sopra. L’immagine mostra il tracciato radar rivelato da Marsis: si notano i numerosi strati che compongono il
sottosuolo della calotta polare marziana, strati composti da ghiaccio e polveri alternati. In blu sono riportati
gli echi più forti, che hanno portato alla scoperta della presenza di sacche di acqua liquida. Crediti: ESA

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