Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

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Sopra. Lampi sul lato notturno di Giove ripresi dalla sonda Galileo nel 1997. Crediti: NASA

«Nei dati dei nostri primi otto flyby, l'MWR di Juno
ha rilevato 377 scariche», spiega sempre Brown. «
Sono stati registrati sia nei megahertz che nei
gigahertz, che è quello che accade anche nei fulmini
terrestri. Il motivo per cui siamo gli unici ad averlo
rilevato è perché Juno sta volando più vicino ai
fulmini che mai, e stiamo cercando a
radiofrequenze che attraversino facilmente la
ionosfera di Giove».


Nonostante i dati si mostrino quindi molto simili a
quelli rilevabili da fulmini terretstri, lo studio ci
indica anche in cosa, invece, sono estremamente
diversi.


«La distribuzione dei fulmini di Giove è inversa
rispetto a quella terrestre», afferma Brown. «C'è
maggiore attività vicino ai poli di Giove e nessuna
vicino all'equatore». Mentre sappiamo che
temporali con tuoni e fulmini, sulla Terra, sono
numerosi anche a quelle latitudini, anzi... Come
mai allora i fulmini si riuniscono vicino
all'equatore sulla Terra e vicino ai poli su Giove?


La risposta è... la differenza di temperatura. La
Terra, infatti, ricava la maggior parte del suo
calore dall’esterno, dalla radiazione solare. Poiché
il nostro equatore sopporta maggiormente il peso


della luce solare, l'aria umida e calda sale
(attraverso moti convettivi) più liberamente in
quella zona, alimentando temporali che
producono fulmini.

L'orbita di Giove è cinque volte più lontana dal
Sole dell'orbita terrestre, il che significa che il
pianeta gigante riceve 25 volte meno luce solare
della Terra. Ma anche se l'atmosfera di Giove
ricava la maggior parte del suo calore dall'interno
del pianeta stesso, questo non rende irrilevante la
minore entità di irradiazione solare che gli arriva. I
raggi solari riescono comunque a fornire un po' di
calore, riscaldando l'equatore di Giove più dei
poli – proprio come riscaldano la Terra. Si tratta
però di un riscaldamento appena sufficiente a
creare stabilità nell'atmosfera superiore, inibendo
i moti di aria calda dall'interno. I poli, che non
hanno questo calore proveniente dall'esterno e
quindi minore, o nessuna, stabilità atmosferica,
permettono ai gas caldi provenienti dall'interno di
Giove di salire, guidando il moto di convezione e
quindi creando l’ambiente adatto alla produzione
di fulmini.

«Sono risultati che potrebbero aiutare a migliorare
la nostra comprensione della composizione e della
circolazione dei flussi di energia su Giove», ha
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