Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

(^68) COELUM ASTRONOMIA
gamma e ha quindi associato l’emissione di
neutrino ad un preciso oggetto extragalattico.
In questo modo il telescopio Fermi è riuscito a
fornire il nome della controparte astrofisica:
l’oggetto in questione è catalogato con la sigla
TXS 0506+056. Si tratta di una radiosorgente,
situata nella direzione della costellazione di
Orione, cui corrisponde un oggetto di
magnitudine V = +15,4 e di cui si conosceva poco.
Sulla base dei dati disponibili l’oggetto era stato
classificato come galassia attiva o più
precisamente come un blazar.
Ma torniamo al momento della scoperta della
controparte della emissione di neutrino.
Il collaudato sistema di allerta ha coinvolto molti
altri telescopi anche a Terra. In particolare l’array
di due telescopi Cherenkov MAGIC (Major
Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov),
situato sull’isola di La Palma (Canarie), che
consente di rivelare un’emissione alle altissime
energie nella banda TeV e che ha confermato lo
stato eccitato di questa sorgente. A questo si sono
poi aggiunti il satellite tutto italiano AGILE,
l’Osservatorio INTEGRAL e infine i satelliti Swift e
Nustar nei raggi X. A questo punto sembrava che
fosse stato fatto tutto il necessario per uno studio
dettagliato della sorgente. Ma non era così,
perché non era ancora nota la distanza (e quindi il
redshift) di questo oggetto. La mancanza di questo
fondamentale parametro impediva quindi di
determinare le proprietà fisiche della sorgente e
di costruire appropriati modelli.
È a questo punto che devono intervenire i
telescopi ottici, in grado di ottenere spettri di alta
qualità. Molti ricercatori si sono quindi attivati per
osservare l’oggetto con vari grandi telescopi.
Anche noi, in collaborazione con Riccardo Scarpa e
Aldo Treves, che da diversi anni stiamo
conducendo un esteso programma proprio per
determinare il redshift di questo tipo di oggetti (i
blazars), abbiamo utilizzato uno dei telescopi più
grandi disponibili al mondo, il Gran Telescopio
Canarias (GTC) di ben 10,4 metri di diametro e
situato sull’isola canaria di La Palma, per osservare
nell’ottico TXS 0506+056.
Lo scopo quindi era quello di ottenere uno spettro
ottico di grandissima qualità, in modo da poter
misurare eventuali righe molto deboli che non
erano state rivelate da osservazioni precedenti,
ottenute con minore qualità.
La misura di queste righe spettrali è
estremamente difficile per questi oggetti (tant'è
che per molti di essi non conosciamo ancora la
A sinistra, il telescopio ottico-infrarosso GTC (Gran Telescopio CANARIAS) installato presso l’osservatorio
astronomico Roque de Los Muchachos sull’isola canaria di La Palma. Con i suoi 10,4 metri di diametro è uno
dei telescopi più grandi al mondo ed è il frutto di una collaborazione tra Spagna, Messico e l’Università della
Florida. A destra, dettaglio del telescopio GTC da dentro la cupola. Crediti: GTC

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