Coelum Astronomia - #225 - 2018

(Joyce) #1

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NEUTRININEUTRINI


di Giuliana Galatidi Giuliana Galati

Crediti: Jamie Yang/IceCube Collaboration

Se da un lato si dice sempre che nella scienza non
ci sono dogmi e certezze, dall’altro ci sono delle
leggi, ben dimostrate sperimentalmente, che è
proprio difficile non considerare tali. Perciò,
quando all’inizio del 1900 i risultati di alcuni
esperimenti sembravano violare il principio della
conservazione dell’energia, che afferma che
l’energia totale di un sistema isolato non varia, i
fisici non sapevano come risolvere il problema.


Nel 1896, Antoine Henri Becquerel aveva
scoperto la radioattività naturale dell’uranio, un
processo che fa sì che un nucleo instabile tenda
spontaneamente a raggiungere uno stato stabile
grazie all’emissione di una o più particelle,
processo che i fisici chiamano “decadimento”.
Il problema della violazione del principio di
conservazione dell’energia si presentò negli anni
successivi, studiando il decadimento β, il tipo di
decadimento in cui, all’interno di un nucleo, un
neutrone si trasforma in un protone emettendo un
elettrone. Ci si aspettava che l’energia
dell’elettrone emesso dovesse essere pari alla
differenza tra le masse del nucleo iniziale e finale.


Gli esperimenti, invece, mostravano che l’energia
dell’elettrone poteva assumere tutti i valori
compresi all’incirca tra zero e il valore che si
sarebbero aspettati: l’energia totale non si
conservava. Inoltre, tanto per rendere le cose
ancora più gravi, anche un’altra quantità che
avrebbe dovuto rimanere costante sembrava non
esserlo: il momento angolare.

Antoine Henri Becquerel nel suo laboratorio.
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