Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

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In alto. Un’immagine delle Draconidi ottenuta nel
2011 compositando più riprese fino a coprire un
periodo di circa 90 minuti. Crediti: Juan Carlos
Casado.

Tornando alla cometa 21P/Giacobini-Zinner,
l’ultimo passaggio al perielio è avvenuto lo scorso
settembre, come avete potuto leggere nella
rubrica Comete di Claudio Pra dello scorso
numero (in questo numero potete vedere in
PhotoCoelum una gallery dedicata alla cometa).
Inevitabilmente quindi le speranze di vedere uno
sciame consistente si sono rinvigorite. Dobbiamo
attenderci una vera e propria tempesta?
Il massimo, come anticipato in apertura, si
attesterà nella notte del 9 ottobre, a partire dalla
mezzanotte e mezza. Purtroppo non ci sono
certezze per ciò che riguarda il rateo di meteore e
le stime per quest’anno da parte degli esperti
sono anzi molto contenute: Mikiya Sato ha stimato
uno ZHR di 20–50 per il picco delle 01:14, Mikhail
Maslov ha previsto uno ZHR di 10–15 per il picco
previsto per le 00:34, mentre Jérémie Vaubaillon
ha stimato uno ZHR di 15 per il picco delle 00:31.
Secondo i modelli che descrivono le
concentrazioni filamentose di polveri rilasciate
dalla cometa, nessun filamento sarà
sufficientemente vicino all’orbita terrestre da
giustificare alti ratei di meteore. Ma le sorprese


possono sempre essere dietro l’angolo...
C’è da aggiungere che quest’anno l’osservazione
sarà fortemente favorita dalla totale assenza di
disturbo lunare, che renderà più facile vedere
anche le meteore meno luminose: la Luna
raggiungerà infatti la fase di Luna Nuova proprio il
9 ottobre. Una ragione in più per dedicarci
all’osservazione di questo sciame.
Per individuare il radiante (che è circumpolare per
le nostre latitudini) alle ore 22:00 sarà sufficiente
guardare verso nordovest e individuare le stelle
della testa del Drago (Rastaban, Beta Draconis –
mag. +2,75 e Ni Draconis – mag. +4,85) a
un’altezza di circa 33°: il radiante è posto
all’incirca tra le due stelle. Con il passare delle ore
il radiante si farà via via più basso, nel suo moto
apparente di rotazione attorno alla stella Polaris.
Non perderti il viaggio tra le stelle della
costellazione del Drago, leggi l’articolo di Stefano
Schirinzi a pagina 170.
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