Dallo scorso fine maggio, una
gigantesca tempesta di sabbia ha via via
oscurato i cieli su gran parte di Marte.
Questa tempesta globale ha reso difficile
la vita ai rover in attività sul Pianeta
Rosso e in particolare al più anziano
Opportunity, che “vive” solo grazie ai
pannelli solari necessari alla ricarica
delle sue batterie. Nel pieno della
tempesta si sono quindi interrotti i
contatti con il rover e non è stato ancora
possibile ristabilirli.
La NASA, nel momento in cui l’opacità
della tempesta in esaurimento è stata
tale da consentire (almeno sulla carta)
una ripresa del rover, ha iniziato una
campagna intensiva della durata di 45
giorni per ripristinare i contatti con
Opportunity, nella speranza di ottenere
un segnale, ben consapevole che i tempi
di risposta potrebbero essere comunque
lunghi, anche nel migliore dei casi.
Qual è il destino di Opportunity, in
attività su Marte da ben 14 anni?
Opportunity nella tempesta
La tempesta, avvistata per la prima volta il 30
maggio, anche se non paragonabile per
l’intensità dei venti ad analoghi fenomeni
terrestri (l’atmosfera di Marte è estremamente
rarefatta), è stata comunque la più intensa ed
estesa mai registrata da quando è iniziata
l’esplorazione del Pianeta Rosso e ha avuto
l’effetto di sollevare dense nubi di polvere che
hanno reso l’atmosfera scarsamente penetrabile
dalla luce solare. L’indice di opacità, misurato in
“tau”, che in condizioni normali si aggira sui 0,5
ha raggiunto, secondo le ultime rilevazioni
effettuate da Opportunity, il livello record di
10,8: quasi il doppio di quello registrato durante
le grandi tempeste del 2007.