La gravità del pianeta è invece un parametro in
grado di modellare (e mettere dei “paletti”) alla
“forma” e alle dimensioni di un essere vivente. Un
mondo simile alla Terra, ad esempio, non è in
grado di produrre forme di vita più grandi di 100
metri circa, per via del peso che una tale creatura
avrebbe. Un mondo ad
alta gravità tenderebbe ad agevolare l’evoluzione
di esseri viventi bassi, tozzi e massicci, mentre
uno a bassa gravità (come una piccola luna)
permetterebbe l’evoluzione di esseri più alti, esili
e sottili o addirittura sospesi o fluttuanti.
Oltre alla gravità, anche la radiazione proveniente
dalla stella ospite è un parametro in grado di
influenzare molto la morfologia, ad esempio, di
organismi fotosintetici, come le piante.
Lo spettro stellare è caratterizzato da un ventaglio
di differenti lunghezze d'onda e quindi differenti
livelli energetici (maggiore è la lunghezza d'onda
e minore è l’energia). La radiazione su cui si
concentra la fotosintesi, la cosiddetta “PAR” o
Radiazione Fotosintetica Attiva, sulla Terra va da
350 a 780 nm, ed è ottimizzata per operare
laddove la nostra stella, il Sole (una stella di tipo
G2, con una temperatura di 5.770 °C), ha il picco di
emissione.
Per quanto riguarda il colore, esseri vegetali o
batteri che si fossero evoluti su pianeti orbitanti
attorno a stelle di tipo F, più calde del Sole,
avrebbero potuto sviluppare degli accorgimenti
per proteggersi dall'eccesso di radiazione
energetica, producendo, per esempio, antociani,
ossia pigmenti che conferiscono una tipica
colorazione blu. Oppure potrebbero essersi
adattati a metabolizzare una radiazione più
energetica.
Sotto. Rappresentazione artistica di quella che
si presenterebbe come una struttura innestata
gerarchica composta di cellule via via sempre
più complesse e che concorrono al bene
comune dell'intero organismo (illustrazione di
GPNoi).